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Farmaci e gravidanza: una relazione pericolosa? O un rapporto vivo e articolato, dove le omissioni terapeutiche, il non prescrivere o il non assumere un farmaco, per paura o pregiudizio, possono essere più pericolose dell’assumerlo?
L'accurato Rapporto Nazionale su L'uso dei farmaci in gravidanza, appena pubblicato dall'Osservatorio Nazionale sull'impiego dei Medicinali, sotto l'egida dell'Agenzia Italiana per il Farmaco (Aifa), ci dà informazioni preziose. Sono state studiate ben 449.012 donne, pari al 59% delle donne in gravidanza in Italia. Di queste il 19,8% è di cittadinanza straniera. Età fra i 15 e i 49 anni, hanno partorito fra il primo ottobre 2016 e il 30 settembre 2018. Erano residenti in 8 regioni italiane rappresentative (Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna per il Nord; Toscana, Umbria e Lazio, per il Centro; Puglia e Sardegna per il Sud). I dati sono stati ottenuti dai certificati di assistenza al parto (Cedap), che includono anche le prescrizioni farmaceutiche.
I fatti: l'uso dei farmaci in gravidanza, includendo i tre mesi prima del concepimento, tutta la gravidanza e il post parto, almeno finché dura l'allattamento, è frequente e ha mostrato un netto incremento negli ultimi anni.
Il dato più negativo? L'acido folico (vitamina B9), farmaco essenziale per la prevenzione delle malformazioni fetali della testa e della colonna (organi derivati dal tubo neurale), del cuore, dei reni e del palato, è usato molto meno di quanto raccomandato: sono nel 34,6% dei casi! Dovrebbero invece usarlo tutte le donne in età fertile (e i partner!) che cercano figli, per almeno tre mesi prima del concepimento, e tutte le donne che non usano contraccezione attiva. Ancor oggi in Italia la metà dei bambini è concepita per sbaglio o nell'ottica se capita siamo contenti, ossia senza preparazione. Basso anche l'uso del ferro (solfato ferroso, al 18,7%) in rapporto all'alto numero di donne anemiche in gravidanza e dopo il parto, che supera l'80%. Inappropriatezza prescrittiva per eccesso, secondo la ricerca, a carico del progesterone, usato nel 18,7% dei casi di procreazione medico assistita (Pma), e degli antibiotici (11,5%). E molti altri dati, da tradurre in indicazioni utili per la pratica clinica. Cominciamo subito: acido folico (400 mcg/die) a tutte le donne che non escludano attivamente una gravidanza!
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Il Gazzettino