Giustizia, la riforma deve iniziare dalla prescrizione

 Giustizia, la riforma deve iniziare dalla prescrizione
La prima riforma da fare è quella della prescrizione. A sollecitare un nuovo sistema è stata recentemente la Commissione europea sulla lotta alla corruzione, secondo la quale in...

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La prima riforma da fare è quella della prescrizione. A sollecitare un nuovo sistema è stata recentemente la Commissione europea sulla lotta alla corruzione, secondo la quale in Italia non servono pene più severe, ma piuttosto norme che consentano ai giudici di riuscire pronunciare le sentenze. Una premessa è doverosa: è un sacrosanto diritto del cittadino che vi sia un termine massimo entro il quale i reati possono essere perseguiti. Ma l'attuale sistema va sicuramente rivisto: ad esempio prevedendo che tale termine venga sospeso nel momento in cui il processo si apre e inizia l'accertamento della verità. Attualmente migliaia di procedimenti si prescrivono prima che si riesca ad arrivare alla sentenza, con enorme spreco di risorse e denaro pubblico e senza alcun risultato. Anzi: Tribunali e Corti d'appello vengono intasati di ricorsi proprio per questo motivo: tutte le sentenze vengono impugnate nella speranza che il reato venga dichiarato prescritto.
Se i termini di prescrizione fossero sospesi nel momento in cui inizia il processo, tutti i ricorsi strumentali non avrebbro più ragione di esistere. La prescrizione dovrebbe valere unicamente nel caso in cui non si è in grado di concludere le indagini in tempi adeguati, oppure nel caso di ritardi ingiustificati o eccezionali nella celebrazione di un processo. Così accade in gran parte dei sistemi giudiziari europei dove, non a caso, la media di procedimenti prescritti si assesta attorno all'1 per cento, contro una percentuale superiore al 10 per cento dell'Italia.
Una situazione definita come inaccettabile anche dal primo presidente della Corte di Cassazione, Giorgio Santacroce, nel corso della cerimonia 2014 di inaugurazione dell'anno giudiziario. Per porvi rimedio, però, non si fa nulla.
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Il Gazzettino