Giorgio Gaber, per i 400 anni del teatro Goldoni a Venezia una chitarra, la libertà e Claudio Santamaria - Foto

Giorgio Gaber
              Vorrei essere libero, libero come un uomo Nel teatro Goldoni di Venezia in...

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Vorrei essere libero, libero come un uomo


Nel teatro Goldoni di Venezia in festa per la riapertura e per i 400 anni di attività, risuonano le parole di Giorgio Gaber. È la parte finale di uno spettacolo incentrato prevalentemente sulla storia del teatro italiano, da Carlo Goldoni a Eleonora Duse magistralmente ricordata da Sonia Bergamasco, che giunge al traguardo proprio con il Signor G


Gaber, direttore del teatro Goldoni

Una scelta dovuta anche perché Gaber è stato direttore del teatro Goldoni tra la fine degli anni Ottanta e il 1992, quindi prima della trasformazione in Teatro Stabile del Veneto. Ed anche perché tra i 780 spettatori in sala erano in molti a ricordarlo in queli anni mentre girava a Rialto e quando varcava, a inizio settimana, il portone per le riunioni con il suo staff.

Il ruolo di Claudio Santamaria

Il compito di ricordare Gaber è toccato all’attore Claudio Santamaria che anche i passato ha firmato spettacoli di questa natura. Santamaria ha ripercorso la straordinaria poetica di Gaber in particolare riproponendo quel capitolo decisivo, in una produzione davvero corposa e di spessore, rappresentato da “Polli d’allevamento” per poi dedicarsi alla musica con un’altra perla come “Il conformista”. A differenza dell’autore, Santamaria fa un racconto più spedito ed incisivo nel quale, però, si sente la mancanza delle incertezze, delle riflessioni e di un fraseggio più dubbioso, per non dire titubante, come Gaber ci aveva abituati. Sui rapporti di coppia, ad esempio, la celebre battuta sulla “Partita doppia dell’orgasmo” rischia di perdersi in una narrazione così lineare. Ma poi la forza poetica di un protagonista di primo piano della canzone italiana riprende il volo con la conclusione affidata al brano forse più celebre.

Una chitarra e la libertà

Santamaria si siede e con la chitarra lancia il messaggio universale de “La libertà”. E qui la semplicità degli accordi e la potenza dei testi ci ripropongono tutto il valore del Signor G. Tra speranze, delusioni e sogni infranti.

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Il Gazzettino