EU dura nella battaglia per la CO2: non ci saranno deroghe neanche per le supercar

La Ferrari SF90 Stradale
Con la CO2 non si scherza. E l’Unione Europea ha già mandato numerosi segnali di voler fare molto sul serio su questo fronte. Anche troppo, viste le condizioni non...

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Con la CO2 non si scherza. E l’Unione Europea ha già mandato numerosi segnali di voler fare molto sul serio su questo fronte. Anche troppo, viste le condizioni non proprio facili in cui versano numerosi paesi. Ma la politica del Vecchio Continente, guidata dalla determinata Germania, si è data l’obiettivo di conquistare la leadership della transizione energetica e della mobilità sostenibile ai danni dell’ormai emersa Cina. Un senso di responsabilità ed una supremazia tecnologica di notevole valore. Ieri un portavoce della Commissione, a cui è stato detto di commentare alcuni allarmi lanciati dal nostro ministro Roberto Cingolani in un’intervista a Bloomberg, ha lasciato poche speranze all’apertura di eventuali spiragli. Il responsabile dell’Ecologia tricolore aveva evidenziato i rischi che corre la nostra Motor Valley ed i marchi che vi operano, Ferrari in testa.

Quattordici anni sarebbero troppo pochi per digerire completamente il cambio di scenario così radicale ed il membro del nostro esecutivo auspicava una deroga per i brand di nicchia (da mille a 10 mila esemplari l’anno) che producono modelli particolari, L’UE, almeno per il momento, tira dritto ed ha ribadito che tutti devono fare la loro parte e non ci saranno sconti sul piano ambientale confermando la dead line del 2035. Il dibattito sulla velocità del cambiamento sarà molto acceso e coinvolgerà tutti i paesi della Comunità visto che un processo troppo rapido potrebbe avere costi non facilmente sostenibili.

Per la Ferrari, però, non sarà certo un problema. È nota a tutti la forza del brand e le capacità ingegneristiche uniche. Per i primi della classe ogni stravolgimento dello “status quo” si trasforma in un’incredibile opportunità. I rischi non sono per le eccellenze, ma per il nostro parco circolante vetusto non in grado di assorbire alcun aumento dei prezzi. Su fronte delle diffusione dei veicoli zero emission viaggiamo molto più lenti, non solo della Germania, ma anche di Francia e Gran Bretagna. Un problema che, prima o poi, bisognerà affrontare non solo a Bruxelles. 

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Il Gazzettino