Un po’ ingrugnito, arrabbiato per “come vanno le cose nel Palazzo”, curioso di conoscere, di capire, a tratti scostante a tratti fascinoso,...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Non ero rimasta folgorata da quelle foto in bianco e nero che mi lasciavano in un giudizio sospeso, come quando ci troviamo di fronte a qualcosa che non riusciamo a definire. Già il rapporto con la fotografia mi è sempre stato difficile ma quelle sembravano foto pretestuose, immagini volutamente ovvie, momenti catturati a caso e senza giustificazione, passaggi, clic. Il giallo si dipanò quando arrivai all’ultima pagina del libro- catalogo della mostra (edito da Marsilio) di lettura colta e piacevolissima, in cui Obici dichiara che quelle foto volevano essere pretesti, oggetti –immagine destinati solo a giustificare un racconto. E nel libro che riporta la filosofia e il pensiero dell’autore quelle foto si allontanano per assumere altra dimensione, comprensibile, godibile, fatta di memorie, di momenti di poesia e vita vera, una indagine nel vissuto dell’autore che diventava anche nostra, attraversata dalle esperienze che Giulio, flaneur detective , si era consentito per cercare di riempire vuoti che l’improvviso clic scattato con l’ inseparabile Leica rendeva attimi senza tempo , di grande spessore poetico. “Flaneur detective” : una vetrina di immagini che non esiste senza questo bellissimo libro che la racconta, la mette a nudo, offre protezione ombrosa dove il detective vuole riconoscere pause, attimi di riflessione destinati a dargli un ombra di sorriso autentico, per rivelare al “detective” il segreto della fotografia che supera il traguardo della documentazione per diventare invenzione poetica, messaggio culturale o per confessare la bellezza opulenta di una Venezia che “sfuma verso la morte… dove la barca è qualcosa di più di un mezzo di trasporto, e l’acqua non è solo , come la strada, un luogo di transito. Il gesto fotografico non ha un dopo - sostiene Obici - Se un pittore può rimandare il dopo a sua discrezione, fino a quando non decida di deporre il pennello, per il fotografo, quando la tendina dell’otturatore si chiude come una ghigliottina chiude bruscamente il suo rapporto con il tempo, con la realtà, con l’ispirazione.
“Flaneur detective”: non si poteva trovare definizione più vera e suggestiva.
Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino