I protagonisti: Michele Miglionico, stilista d’alta moda, italiano (o, meglio, lucano di fatto e di cuore), presente come firma al top delle grandi rassegne e...
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L’ultima sfilata di Miglionico, un’alta moda sofisticata e raffinatissima ispirata ai costumi immaginati per le Madonne lucane - presentata nel giugno scorso nella chiesa consacrata del Purgatorio di Matera - si è rivelata preziosa anche per gli apporti artigianali locali voluti dallo stilista lucano (primo fra tutti la scoperta più recente di un poeta del tessuto stampato a immagini, Donato Cirella, di Pomarico). Ma soprattutto per la concomitanza con l’annuncio della nuova produzione d’ alta pasta, la “pasta sacra”, nata dall’incontro tra due aquile dello stile: Miglionico e Focaraccio.
Formato piccolo e medio, dettato dalla simbologia religiosa - che suggerisce come elementi di rilievo il calice, la bibbia, la croce - bella da guardare e superba da mangiare con quel quid segreto che fa della zona di Matera una terra di produzione imbattibile di pane e pasta , l’iniziativa tra il blasfemo affettuoso e la superstizione come credo, evoca momenti poetici , polemici, cinematografici ben presenti nella memoria del nostro tempo. Era il 1930 quando Filippo Tommaso Marinetti nel Manifesto della Cucina Futurista lanciava la sua crociata contro gli spaghetti, accusati di “ uccidere l’animo nobile, virile e guerriero degli Italiani”. La risposta ironica e spiritosa venne da uno chef del ristorante Biffi di Milano che affisse un’immagine di Marinetti nell’atto di mangiare una pastasciutta. La didascalia diceva: “Marinetti dice Basta/ messa la bando sia la pasta/poi si scopre Marinetti/che divora gli spaghetti”.
Solenne e “patriottica” invece la dedica di Cesare Marchi , in “Quando siamo a tavola” di Rizzoli (1990) : “IL nostro più che un popolo è una collezione. Ma quando scocca l’ora del pranzo, seduti davanti a un piatto di spaghetti, gli abitanti della Penisola si riconoscono italiani. Neanche il servizio militare, neanche il suffragio universale (non parliamo del dovere fiscale) esercitano un uguale potere unificante. L’unità d’Italia sognata dai Padri del Risorgimento, oggi si chiama pastasciutta”.
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Il Gazzettino