"Jazz & Wine", a Cormons 25 anni di musica per la pace

Il concerto del sassofonista James Brandon
CORMONS - Tutto era partito da un gruppo di appassionati di jazz ed ora, nel Collio isontino, nei cinque giorni del festival arrivano circa cinquemila persone.  ...

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CORMONS - Tutto era partito da un gruppo di appassionati di jazz ed ora, nel Collio isontino, nei cinque giorni del festival arrivano circa cinquemila persone. 


E’ il sorprendente bilancio dell’ultima edizione della rassegna “Jazz & Wine of Peace” organizzata da Controtempo. In 25 anni Cormons è diventata, di fatto, una delle capitali a Nordest della musica di matrice neroamericana con appassionati stranieri che arrivano soprattutto da Austria, Germania e Slovenia. La formula ora collaudata, con la musica che entra in castelli, ville antiche ed aziende agricole, si è via via ampliata ed arricchita a tal punto che parecchi turisti ed appassionati prenotano i biglietti addirittura in estate, ben prima che il calendario autunnale di ottobre sia stato definito e presentato. Se nei primi anni i concerti si tenevano principalmente a Cormons, l’idea vincente è stata quella di allargare il raggio d’azione anche in altri centri del Collio inserendo, sistematicamente, alcune tappe nella vicina Slovenia. Il tutto tenendo ben saldo non solo l’aspetto legato alla produzione del vino, ma anche la necessità di consolidare il dialogo con chi vive e lavora oltre i confini. Da qui il fondamentale appello alla pace e alla fratellanza tra i popoli, che si integra bene con il messaggio di libertà da sempre legato al mondo del jazz. 
Oltre alle performance di piccole formazioni direttamente nelle cantine della zona il vasto programma di questo 25. anniversario prevedeva ad esempio, tra le varie location oltre il confine, anche il Kulturni Dom di Nova Gorica e Villa Vipolze. Proprio in questo paesino a pochi passi dal vecchio confine è stato ospitato il concerto del sassofonista statunitense James Brandon che ha preceduto la serata finale al teatro di Cormons (con il tradizionale brindisi e appuntamento all’edizione numero 26) del chitarrista Julian Lage. 

Nella sala di Vipolze, affollata come tanti concerti della rassegna, il giovane sassofonista ha tracciato una nuova traiettoria del jazz. Nel suo colorato fraseggio Brandon rielabora un virtuosismo davvero sorprendente che si libera grazie ad una forte personalità e con rari accenti alla tradizione come confermano gli apporti degli altri membri del suo trio. Una ventata di novità, insomma, che sottolinea la continua ricerca da parte di un artista ancora poco presente nelle rassegne. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino