Lo riconosci, dall’acconciatura a ricciolino, dall’aria birba con cui fa la radiografia "pugliese" di una bella donna, dallo scatto che sprizza energia...
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Sto parlando di Simone De Tommasi, leccese, cittadino del mondo, che come vero obbiettivo della vita ha scelto la libertà, quella che comincia dal pensiero e termina con scelte ardite, a volte dettate da pulsioni sentimentali , o meglio passionali, come il design, l’arte del comporre pezzi dettati dalla fantasia ma anche da una innegabile vena artistica insieme e contemporaneamente un senso acuto della praticità. “Pratici, belli ma anche divertenti: così devono risultare gli oggetti che accompagnano il nostro quotidiano” mi disse qualche tempo fa Simone De Tommasi a Milano, preannunziandomi il suo ingresso ufficiale nel mondo del design più attuale (senza che questo implichi l'abbandono del ruolo di imprenditore della moda già affermato).
Figlio di Osvaldo De Tommasi - un uomo che Lecce ricorda ancora come persona di grande rettitudine e intelligenza commercial - Simone ne ha raccolto l’eredità applicandosi con la più grande energia alle “avventure” intraprese. Ed eccolo ora, alle soglie dei Saloni milanesi, pronto con il prodotto che ha battezzato B-7 ovvero Berry-7 ( curioso l’insistere del numero 7 per De Tommasi !) : lampade colorate inventate “per chi non vuole morire di tristezza”, prodotte - racconta - "dialogando con laboratori di precisione meccanica, in sinergia con artigiani di nuova generazione rigorosamente pugliesi!". Si tratta di oggetti ispirati dalle icone della cultura popolare: una lampada è a forma di caffettiera, un’altra un riccio di mare o un cactus, un dolcetto con la sua base merlettata. In ogni oggetto curioso e divertente c’è l’impatto con la fantasia di un abile designer e il fantasma di un bambino che non vuole e non deve crescere e si impegna a giocare. E saper giocare bene è operazione difficile che fa bene alla vita.
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Il Gazzettino