Cannes 75, giorno 11. Sorogoyen entusiasma Bello un piccolo fratello, male la Reichardt

Cannes 75, giorno 11. Sorogoyen entusiasma Bello un piccolo fratello, male la Reichardt
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AS BESTAS di Rodrigo Sorogoyen (Cannes Première) – In un villaggio della Galizia, una coppia di francesi di buona cultura che hanno deciso di dedicarsi all’agricoltura entra presto in collisione con una coppia di fratelli del luogo, loro vicini, grezzi e prepotenti. La questione verte sulla costruzione di pale eoliche, che i francesi non vogliono accettare. La situazione, nonostante il timido intervento delle forze dell’ordine, può precipitare da un momento all’altro. Lo spagnolo Sorogoyen conferma di essere ormai uno dei registi europei più talentuosi e capaci di addentrarsi in diversi stili e storie (basterebbe ricordare la recente, formidabile serie “Antidisturbios”). Qui firma una potente e cupa tragedia, ispirata a fatti realmente accaduti, con un’asciuttezza di racconto notevole, portando la tensione al massimo, come nei due eccellenti piani-sequenza delle discussioni al bar (il marito con i due fratelli) e in casa (tra la madre e la figlia, appena arrivata). Attori superlativi, sceneggiatura chirurgica, colonna sonora di rumorosa inquietudine: un film al maschile, ma che alla fine vede le donne protagoniste. Voto: 8.

SHOWING UP di Kelly Reichardt (Concorso) – Una giovane scultrice è in attesa di inaugurare la sua nuova mostra. Nel frattempo un’amica trova un piccione ferito dal gatto di casa e si propone di medicarlo, aspettando che torni a volare. Deludente opera di una regista tutt’altro che banale, che qui si rinchiude in uno spazio ristretto per raccontare la vita quotidiana, nella sua futilità, affidandosi peraltro a una metafora consumata e fin troppo evidente. Purtroppo il suo film meno riuscito e decisamente noioso e anche abbastanza inutile. Voto: 4.

UN PETIT FRÈRE di Léonor Serraille (Concorso) – Dalla Costa d’Avorio una giovane madre arriva a Parigi con i suoi due figli piccoli, cedendo facilmente alle lusinghe di troppi uomini che vorrebbero aiutarla. Siamo nel 1989 e nei vent’anni successivi i due figli crescono (il più grande in modo disordinato e pericoloso, il secondo finendo per diventare professore di filosofia), in un Paese dove essere un immigrato regolarmente registrato e perfino francese a tutti gli effetti può essere ancora oggetto di disturbo da parte delle forze dell’ordine. La “camera d’or” 2017 torna a Cannes con un’opera diligente, costruita per episodi (uno dedicato alla madre, gli altri due ai figli), raccontando una storia forse già vista tante altre volte, ma con l’affetto e la sensibilità che la rendono comunque decisamente interessante. Voto: 7.

 

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Il Gazzettino