Cambiare tutto per non cambiare nulla

 Cambiare tutto per non cambiare nulla
"Bisogna cambiare tutto per non cambiare niente". Ad ascoltare il ritornello del presidente del Consiglio, Matteo Renzi, il...

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"Bisogna cambiare tutto per non cambiare niente".




Ad ascoltare il ritornello del presidente del Consiglio, Matteo Renzi, il pensiero vola inevitabilmente alla celebre celebre del 'Gattopardo', il romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa.

Negli ultimi mesi, negli ultimi anni, non si fa che ripetere in maniera ossessiva che è necessario cambiare. Ma cambiare cosa? Come? Il cambiamento come concetto vago e indefinito non significa nulla. Cambiare non necessariamente implica un miglioramento. Il tema centrale è cosa si vuole cambiare. Quali sono gli obiettivi. Quale la strada che si vuole percorrere. E soprattutto con chi, con quali sacrifici e rinunce. Sulle spalle di chi deve pesare il cambiamento, con quali risorse. E ancora: è giusto e legittimo che venga imposto senza confronto alcuno?

Viene da sorridere, se non fosse questione seria, a sentire le grida al complotto. Passato Berlusconi, pensavamo che fossero cose superate. Ed invece ecco la vecchia, sempre valida lamentela: c'è chi trama, che rema contro di me. Contro l'Italia. Possibile che nessuno di coloro i quali siedono al governo, in Italia, accetti di discutere, di confrontarsi, di trovare soluzioni assieme, senza demonizzare, irridere, delegittimare chi osa criticare?

La colpa delle forti tensioni di questi mesi, delle proteste, degli scontri non può certamente essere addebitata alla parte a cui viene impedito di parlare perché ha idee diverse. La responsabilità è di chi nega il dialogo, continuando a nascondersi dietro la bandiera delle riforme. Senza voler realmente riformare nulla d'importante. Procedendo, ancora una volta, a scapito dei più deboli. 
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Il Gazzettino