I giorni del caìgo (La nebbia a Venezia) Foto

Nebbia sul Canal Grande (Foto P.Ro.)
C’era un po’ di nebbia ieri a Venezia. Dopo uno sprazzo di sole, nel pomeriggio è calato el caìgo. Fa così ormai da qualche giorno. E i...

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C’era un po’ di nebbia ieri a Venezia. Dopo uno sprazzo di sole, nel pomeriggio è calato el caìgo. Fa così ormai da qualche giorno. E i veneziani mi dicono che questo è niente, una volta sì che c’era davvero la nebbia. Questa al massimo è foschia o forse nuvole basse. Sarà. Sarà che son foresto, ma trovo che Venezia sia meravigliosa con la nebbia. Perché penso che sia una città invernale, che dà il meglio di sé in questa stagione. E sì, anche con la pioggia. Ma comunque la preferisco al caldo afoso e appiccicoso dell’estate. Venezia non ama colori e toni forti, ama la notte. Le luci dei lampioni che disegnano ombre e ricamano riflessi sull’acqua. Il silenzio. La città che ti sussurra e ti prende per mano.


Amo el caìgo. Capisco che possa provocare disagi, soprattutto a chi deve viaggiare, lavorare e spostarsi: a volte costituisce un pericolo per chi guida. Ma Venezia con la nebbia è magica, è come una full immersion nell’acqua: riesci a respirarla. Così come la neve, che rende i suoni ovattati, la nebbia avvolge lo sguardo e fa diventare tutto più intimo.


E poi  la nebbia è un atto di fede. Non è solo smarrirsi, perdere la via di casa o camminare a tentoni sperando di non incontrare ostacoli. È sapere che qualcosa esiste anche se non la vedi. Perché a volte il cuore o la mente vedono meglio degli occhi. E trovano sempre la strada, anche al buio. Anche dopo un altro anno confuso e difficile come quello che oggi ci lascia. Anche quando a Venezia c’è el caìgo.

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Il Gazzettino