"Braccialetto" elettronico al posto del carcere, ma quante difficoltà

 "Braccialetto" elettronico al posto del carcere, ma quante difficoltà
 A 10 anni di distanza dalla sua prima introduzione il "braccialetto"...

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 A 10 anni di distanza dalla sua prima introduzione il "braccialetto" elettronico diventa praticamente obbligatorio per tutti i detenuti ai quali saranno concessi gli arresti domiciliari invece che il carcere.
È l’effetto del cosiddetto decreto svuota-carceri dello scorso anno, convertito in legge con testo pubblicato sulla Gazzetta ufficiale del 21 febbraio: fino a pochi giorni fa, con la vecchia normativa, il "braccialetto" (in realtà si tratta di una cavigliera) era prescritto solo se ritenuto necessario, e i casi di applicazione dal 2001 in poi sono stati meno di una ventina. Ora la nuova legge impone al giudice di disporre il "braccialetto", salvo motivare per quale motivo ritiene che non sia necessario. Di conseguenza è immaginabile che quasi tutti gli arrestati ai domiciliari dovranno indossare il "braccialetto".
I problemi per gestire la novità si preannunciano numerosi. Di costi, innanzitutto: finora sono stati spesi circa dieci milioni annui per poche centinaia di apparecchi: chissà quanti soldi serviranno per le migliaia di "braccialetti" necessari d'ora in vanti. Poi c’è il problema delle dotazioni: quelle finora messe a disposizione delle forze dell’ordine sono sicuramente insufficienti a far fronte alle esigenze: in mancanza di nuove rapide forniture il "braccialetto" resterà una semplice teoria.
Problematica è anche la procedura: nei primi casi finora sperimentati è trascorsa almeno una settimana dall’emissione del provvedimento del giudice all’applicazione del "braccialetto" attraverso il quale le forze dell’Ordine controllano che l’arrestato non si allontani dalla sua abitazione. Si tratta del tempo necessario per avvisare la società che deve gestire il servizio - Telecom - e per ottenere l’intervento del tecnico incaricato di installare l’apparecchio. Nel frattempo l’arrestato deve attendere in carcere, nonostante gli siano stati concessi i domiciliari...
Per la gestione pratica del servizio Telecom si avvale di una società di servizi e la centrale di controllo di tutti i braccialetti di trova in Campania: in caso di fuga dai domiciliari i tecnici dovranno avvisare la polizia della località in cui si trovava il detenuto ai domiciliari per poter far partire la caccia. I modelli più evoluti di braccialetto funzionano con il sistema gps, e dunque localizzano la posizione del "braccialetto" della persona evasa. Ma gran parte di quelli in dotazione sono meno precisi: hanno tecnologia gsm (quella dei telefonini cellulari) e la localizzazione è meno precisa e immediata: si può far soltanto controllando quale cella telefonica è stata agganciata.
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Il Gazzettino