Avanti un altro. Anzi no. Agonia Milan

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Avanti un altro. Anzi no. Non subito, ma a fine stagione. Ancora un mese per SuperPippo, un’agonia, visto che il suo destino è segnato. La bollente panchina del Milan brucia...

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Avanti un altro. Anzi no. Non subito, ma a fine stagione. Ancora un mese per SuperPippo, un’agonia, visto che il suo destino è segnato. La bollente panchina del Milan brucia allenatori uno dietro l’altro. Dopo Seedorf, Inzaghi. Sotto a chi tocca. Gli esoneri, nel passivo da record di 91,3 milioni nel bilancio 2014 del Milan, pesano per 7,5 milioni di euro. I conti sono in profondo rosso, la situazione è nera da tutti i punti di vista. Sotto l’aspetto sportivo, la filosofia berlusconiana del milanista doc in panchina, anche se con esperienza zero, si è rivelata fallimentare. Il vituperato Allegri nei suoi tre anni e mezzo ha fatto un primo, un secondo e un terzo posto, passando sempre il girone di Champions. E ora sta portando la Juventus sempre più in alto, anche in Europa.   Che Seedorf e Inzaghi fossero delle scommesse più che azzardate lo sapevano tutti. Partiti entrambi con ambizioni e pompose dichiarazioni francamente fuori luogo, sono ben presto scesi a più miti consigli. Il calvario di Inzaghi, poi, è sotto gli occhi di tutti: impietose interviste a fine partita dopo l’ennesima figura barbina lo costringono a mettere in piazza un disagio non dissimulabile. Non solo la dirigenza sbaglia allenatore, ma poi lo fa diventare capro espiatorio. La convivenza forzosa Galliani-Barbara è un disastro, come facilmente profetizzato da molti. La scelta del tecnico è sempre una mediazione tra i due. Tu hai scelto Seedorf? Io impongo Inzaghi. E il colpevole, lì in panchina, è bello che servito, quando l’inevitabile flop si concretizza. "BASTA" ha recitato la curva a lettere cubitali. Un "BASTA" che dovrebbe far meditare vecchi e nuovi proprietari.
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Il Gazzettino