AltaRoma: domande sull'Alta Moda - Verde Balestra - L'ambra di Persechino

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Verde prato, verde pino, verde cipresso, verde salvia, verde erba… può continuare all’infinito la declinazione del verde così come l’ha...

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Verde prato, verde pino, verde cipresso, verde salvia, verde erba… può continuare all’infinito la declinazione del verde così come l’ha interpretata Renato Balestra per la sua alta moda P/E 2018. Diciamolo coraggiosamente questo termine, Alta Moda, che da decenni fa paura (in Italia) tanto da venire piano piano annullato, cancellato da titoli di rassegne o manifesti. Di Alta Moda si parla invece sempre più in Francia dove tanti maestri italiani della grande couture vanno pian piano trasferendosi  anche grazie al non cale (non casuale e non disinteressato) in cui questa categoria della moda che significa il fatto a mano, il grande artigianato. L ’Alta Moda italiana ha sempre avuto un riferimento preciso con le rassegne semestrali d’Alta Moda organizzate un tempo dalla Camera Nazionale della Moda Italiana  e recentemente da AtaRomAltaModa:  con l’edizione  2018 iniziata il 25 gennaio – che si concluderà il 29 prossimo -  la definizione “ Alta Moda” è scomparsa anche dalla testata. I maestri di questo settore dell’abbiglamento che potrebbe venire paragonato a  quello della “ricerca”  per le scienze, per la cultura, per ogni settore che esiga attenzione e sostegno -  sempre più in Italia hanno scelto la via dell’ “espatrio” stimolati dall’attenzione e rispetto che Parigi riserva all’alta moda arrivando  persino a mutare l’anno scorso il logo della testata  “Chambre de la Mode”  in “Chambre d’Haute Couture”. Risibili le spiegazioni che sostengono l’esiguità dei maestri d’arte della moda degni di questa definizione poiché quando la “guerra” al settore  è iniziata  restavano in lizza in Italia molti nomi oggi inseriti nel calendario francese. E oltretutto un settore come questo è suscettibile di rinnovi di new entries sempre possibili, tanto che anche oggi abbiamo fior di maestri che sfilano autentiche opere d’arte sotto categorie inventate…purchè  non si dica “alta moda”.

Allora restiamo in “atelier” e puntualizziamo l’aristocrazia delle creazioni di Renato Balestra. “Ho pensato al verde perché nella mia casa di campagna guardare il prato verde punteggiato di fiorellini bianchi mi ha suggerito immagini di freschezza ma anche la forza del verde, la sua simbologia di fiducia nel rigenerarsi. E’  una scelta che premia la speranza in un ritorno al buon gusto , un segnale di rifiuto della volgarità per la quale oggi cerchiamo un passaporto credibile. Verde Balestra dunque: e il suo famoso blu? Fiordalisi e “non ti scordar di me” sono ricamati su superbi abiti da prima della Scala.
Lucidissimo, vivace, aggiornato, colto: il triestino Balestra – cittadino del mondo – sta pensando a un “Lago dei cigni”  i cui costumi non saranno “contro l’opera originale” come una certa moda a volte si consente, ma rispetteranno in libera creatività ciò che l’autore voleva comunicare.

Gli eventi di AltaRoma si susseguono: vivissima l’attesa per il nuovo architetto della moda - dopo Ferrè -  Sabrina Persechino ,  che ha realizzato la collezione  “Elektron” seguendo la via dell’ambra.
 
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Il Gazzettino