Alessandra Morgagni : una stella delle pubbliche relazioni

Alessandra Morgagni : una stella delle pubbliche relazioni
Quando si affacciarono per la prima volta sul mercato della comunicazione era da poco iniziata l’era del boom, il miracolo americano sembrava aver contagiato l’Europa...

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Quando si affacciarono per la prima volta sul mercato della comunicazione era da poco iniziata l’era del boom, il miracolo americano sembrava aver contagiato l’Europa uscita da un dopoguerra difficile ma pieno di entusiasmo, di voglia di fare, voglia di novità.  Tutto ciò che perveniva dall’America sembrava positivo, e la nostra cultura europea doveva fare i conti con modi diversi, atteggiamenti ritenuti fino allora quasi disdicevoli, gesti maleducati che diventavano conferme di modernità. Ed ecco i primi  pi-erre, chiamati  all’inglese pi.ar, i public relations che raccontavano un mestiere nuovo, mai immaginato da noi prima,  quello che potevamo chiamare contatto, disponibilità alla diffusione pubblicitaria, o avevano una identità ben precisa che all’inizio veniva quasi guardata con sospetto: dei “senza-mestiere” che se ne inventavano uno.  Invece quella disponibilità a favorire incontri, a comunicare meraviglie di un prodotto, di una iniziativa, di un evento diventava uno dei lavori più ambiti, dapprima affidati a teste coronate in disarmo (in America,  sensibilissima alle teste coronate , la nobiltà era un elemento quasi imprescindibile che di  conseguenza si rivelò importante anche da noi , pronti a importare ogni respiro che provenisse dalla grande mela.   Ecco allora che principi decaduti, contesse e principessine senza “ portafoglio”  irrompere nel mondo del lavoro vicino al lusso, soprattutto nella moda che cominciava in quegli anni   con il pret-ù-porter la scalata internazionale che conosciamo. Rudy e Consuelo Crespi, Angelo Sacchetti, Franco Savorelli, Beppe  Modenese, Carla Nani Mocenigo, e avanti con i nomi che divennero famosi per  il loro apporto di contatto divenuto in breve indispensabile per lanciare un prodotto  o un marchio nel mondo. I “senza mestiere” diventavano così dei personaggi indispensabili e prestigiosi, spesso veri e propri alter ego di stilisti,  imprenditori, artisti, istituzioni. Il mestiere delle pubbliche relazioni invitava molti incerti sul lavoro da intraprendere a sfruttare qualità personali, conoscenza, dimestichezza con le lingue estere, fino a invadere il mercato   ( non sempre con risultati  scintillanti).

Una delle caratteristiche indispensabili per quell’attività era   (ed è ) l’empatia. I pi-erre più fortunati erano persone simpatiche, disponibili, un po’  snob (quel tanto che basta per diventare famosi con  rifiuti e “no tu no”   distribuiti a pioggia), le teorie  esaltate da Oscar Wilde  a   proposito di snobismo assumevano funzione di codice irrinunciabile diventando a volte motivo di atteggiamenti ridicoli  e  boomerang negativi per il cliente ignaro  che a volte si trovava cancellato dall’immagine invadente del pi-erre troppo attivo  in cerca di identità. 

Venezia aveva resistito più di altre città perché legata a un modo di comportarsi che si scontrava con la facilità “americana”, con i modi bruschi, con opportunismi troppo  esibiti. Sarebbero arrivate presenze significative con personaggi che avevano saputo fondere le esigenze di un lavoro nuovo, importato e divenuto irrinunciabile,  e una forma che conservava modi eleganti, una certa nobiltà, la dignità di un lavoro filtrato dall’intelligenza. Un esempio veneziano di pubbliche relazioni mutuate dalla cortesia  e dalla competenza ma anche da una inclinazione personale particolare  a facilitare i rapporti interpersonali , ha portato una signora che pensava di fare per tutta la vita la giornalista a fondare  uno  tra i più ricercati  studi di pubbliche relazioni, imprtante non solo per il territorio ma anche oltre confine. Alessandra Morgagni aveva scoperto le pi-erre per caso, occupandosi quasi per hobby di arte,  iniziative culturali  di qualità, produzioni legate al lusso,  Il tempo  avrebbe dato ragione a questa rappresentante della comunicazione intesa nel senso più eclettico  e attuale  ma intrisa di venezianità, ovvero di cortesia,  intelligenza, di  ironia , ma soprattutto di emopatia. Che - appunto - è la caratteristica imprescindibile di un pi-erre del nostro tempo. Di tuti i tempi.

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Il Gazzettino