74 Cannes, giorno 8. Marinai e pornoattori perduti sullo schermo, ma c'è Desplechin

74 Cannes, giorno 8. Marinai e pornoattori perduti sullo schermo, ma c'è Desplechin
Giornata debolissima del Concorso, per fortuna Desplechin altrove consola. TROMPERIE di Arnaud Desplechin (Première)...

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Giornata debolissima del Concorso, per fortuna Desplechin altrove consola.

TROMPERIE di Arnaud Desplechin (Première) – Uno scrittore americano, tra Londra e New York, entra in contatto con diverse donne, una delle quali è la moglie. Ma in realtà è solo la trasposizione “fisica” di tanti personaggi. Desplechin fa ancora il teorico e tracciando un percorso immaginario tratto da Philip Roth, con una cadenza fluida elabora la messa in scena dello sviluppo artistico, dove il pensiero e successivamente la parola si fa immagine. Bellissimo il segmento con Emmanuelle Devos. Come di consueto: prezioso. Voto: 7.

RED ROCKET di Sean Baker (Concorso) – Un attore porno torna da Hollywood nel natale Texas, ristabilendo rapporti con la ex moglie (e conseguente suocera) e invaghendosi di una cameriera di una caffetteria, nemmeno maggiorenne. Ma è maldestro e sa combinare guai. Il sogno americano si infrange sulla stupidità di chi lo vorrebbe conquistare, ma il film si avvia stancamente dentro percorsi prevedibili e ormai consumati, canzoni di appoggio comprese. Più che un dramma, è una commedia e ogni tanto anche si ride. Ma niente di nuovo, compreso il nocivo panorama industriale. Voto: 5,5.

THE STORY OF MY WIFE di Ildikó Enyedi (Concorso) – Un capitano di mare scommette di sposare la prima donna che entrerà nel caffè dove è seduto. La sorte gli propone Lizzy, ma la storia non sarà così semplice. Estenuante mélo che la regista ungherese fa durare per quasi tre ore, in un mortale affaticamento per lo spettatore. La storia si lascia seguire senza scosse, costringendo anche il mistero a destare sostanzialmente indifferenza, nonostante la presenza di Léa Seydoux. Voto: 4,5.

 

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Il Gazzettino