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Allo zoo di San Diego in California è corsa per vaccinare tigri e ghepardi. Entro la fine di questa settimana, avranno iniettato prime dosi di vaccino a circa 250 animali, molte dei quali appartenenti a specie a rischio di estinzione. «Siamo in una situazione molto simile a quella in cui noi umani ci trovavamo qualche mese fa, quando i vaccini sono diventati disponibili», dice Hendrik Nollens, che guida l'équipe dei veterinari dello zoo e dello zoo safari. «Ora è una corsa contro il tempo. Chi arriverà per primo, il vaccino o il virus?».
Gli ultimi accadimenti hanno dato una nuova urgenza ai loro sforzi.
La notizia arriva giorni dopo che lo zoo ha appreso che entrambi i suoi leopardi delle nevi, Ramil e Napisha, hanno la Covid-19. I due leopardi delle nevi, una specie molto rara, hanno una leggera tosse ma si sono ripresi quasi completamente, secondo Lisa Peterson, direttrice esecutiva del Safari Park. Anche se l'organizzazione dice di non sapere con certezza in che modo le tigri e i leopardi si siano infettati, è probabile che siano stati contagiati da un lavoratore che era positivo ma non aveva sintomi.
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È ciò che è accaduto alla metà di gennaio, quando la truppa dei gorilla del Safari Park ha contratto il virus. Entrambe le strutture sperano che una strategia a doppio binario, vaccinazioni e mascherine, limiti i contagi nel futuro. Dopo che si sono infettati i leopardi delle nevi, tutti i dipendenti devono indossare la mascherina quando lavorano a contatto con gli animali che i veterinari ritengono suscettibili alla Covid-19, a prescindere dal fatto che siano pienamente vaccinati o che si trovino al chiuso o all'aperto. In precedenza, solo i dipendenti non pienamente vaccinati dovevano indossare la mascherina.
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Il Gazzettino