Topolini inchiodati vivi, usati come esca per i rapaci: la macabra scoperta in un Parco

Al peggio non v'è mai fine. Così come all'orrore. Proprio a questo, devono aver pensato i collaboratori del P.A.N.E. (Parco Agricolo Nord Est) il parco...

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Al peggio non v'è mai fine. Così come all'orrore. Proprio a questo, devono aver pensato i collaboratori del P.A.N.E. (Parco Agricolo Nord Est) il parco dedicato all'agricoltura ed alla natura nella provincia di Monza che nell'area di Ornago, durante il solito giro di controllo del territorio, si sono trovati di fronte una scena raccapricciante.

In un boschetto infatti, sul tronco di un albero caduto, avevano notato qualcosa di strano. Quella che sembrava una piccola macchia bianca appoggiata sul tronco e, legata con una corda poco più in là, una gabbietta con dei topolini vivi, aveva subito attirato la loro attenzione.

Una volta avvicinatisi, la scena sarebbe divenuta drammaticamente più chiara. Quella piccola macchia bianca era in realtà, un topolino. Morto, era simile agli altri che si agitavano nella gabbietta, il povero animale era stato letteralmente inchiodato all'albero. Una scena da film horror che, difficile da capire almeno in un primo momento, sarebbe stata spiegata dal materiale rinvenuto e sequestrato, poco distante. Due macchine fotografiche digitali, di quelle che si attivano con il movimento, erano state poste in opera proprio a pochi passi dai topolini. Come se dovessero, nelle intenzioni di chi aveva montato quella terribile scenografia, riprendere e immortalare l'attacco di uno o più rapaci alla vittima sacrificale offerta.

E i topolini in gabbia? Probabilmente sarebbero stati sacrificati anch'essi, uno per uno e di volta in volta.
Roba da squilibrati che nulla ha a che fare con la fotografia naturalistica, quel macabro teatrino sarebbe stato immediatamente denunciato e smantellato.
"E' un episodio inquietante che deve far riflettere", ha commentato il direttore del parco Massimo Merati che, al nostro giornale, ha spiegato ulteriori dettagli relativi all'incredibile vicenda.
"Abbiamo immediatamente sequestrato le due macchine fotografiche, ha affermato, e visionato il contenuto delle schede di memoria e ci siamo resi conto che avevano già fissato alcune drammatiche immagini. Il povero topolino infatti, quando era stato "posto" su quel tronco, era vivo. Probabilmente è morto a seguito alle sofferenze che, l'autore o gli autori dell'inqualificabile gesto, gli avevano inflitto. Tutto ciò non è accettabile e di una crudeltà inaudita. Anche per questo abbiamo chiesto la massima diffusione dell'accaduto perchè, simili atrocità, non abbiano più a ripetersi".

Il P.A.N.E. è un parco agricolo naturale che vuole valorizzare la bellezza di quei territori attraverso la conoscenza, la protezione e l'educazione ambientale. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino