Orsa Amarena uccisa, sequestrato il cellulare del cacciatore Andrea Leombruni

La procura cerca di messaggi Wh scritti dall’allevatore nei quali avrebbe manifestato la volontà di difendersi dall’orsa. Perquisita anche la sua macelleria in cera di carne di selvaggina. Gli animalisti presentano sette esposti

Orsa Amarena uccisa, sequestrato il cellulare del cacciatore Andrea Leombruni
Perquisita la macelleria di via Valeria, a San Benedetto dei Marsi, in provincia dell'Aquila, alla ricerca di carne di selvaggina. Gli inquirenti nei giorni scorsi hanno...

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Perquisita la macelleria di via Valeria, a San Benedetto dei Marsi, in provincia dell'Aquila, alla ricerca di carne di selvaggina. Gli inquirenti nei giorni scorsi hanno sequestrato anche i telefonini di Andrea Leombruni, che ha ucciso a fucilate l’orsa Amarena, per analizzare i messaggi presenti, nei quali, a quanto pare, si riscontrerebbe una sorta di volontà di difendersi dalla presenza dell’animale in tutti i modi. Messaggi circolati anche in alcuni post su Fb, ma ne va accertata l’autenticità.


Intanto, a quanto si apprende, in procura sono arrivati sette esposti-denunce da parte delle associazioni di animalisti. A distanza di 15 giorni dall’uccisione dell’orsa Amarena, simbolo del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, freddata la notte del 31 agosto da un colpo di fucile sparato dall’allevatore e cacciatore di San Benedetto dei Marsi, Andrea Leombruni, 56 anni, non si fermano le indagini da parte della procura di Avezzano che sta cercando di ricostruire un quadro esatto del grave episodio. L’uomo ha confessato ai carabinieri di aver sparato «per paura». Un colpo che è costato la vita di Amarena, morta lentamente poco distante dal pollaio di Leombruni dove era entrata per sfamare i suoi due cuccioli. A distanza di giorni dall’uccisione, a San Benedetto dei Marsi, ma anche in tutta Italia, si continua a parlare dell’orsa Amarena come di «un animale tranquillo e non pericoloso nonostante la sua natura selvatica». E per questo le associazioni chiedono giustizia e hanno depositato sul tavolo del procuratore Maurizio Maria Cerrato, che coordina le indagini, gli esposti.

 

Fra questi quelli dell’associazione Rispetto per tutti gli Animali, dell’ Enpa, Ente nazionale protezione animale, e della Leal, la Lega antivivisezionista. «Si tratta di reati gravissimi – dice l’avvocata Donatella Monaco dell’associazione Rispetto per tutti gli animali – commessi in danno della specie, l’orso marsicano, che è a rischio di estinzione. Seguiremo il procedimento, che allo stato è in fase di indagini, in attesa del deposito della perizia necroscopica e della perizia balistica». I primi risultati peritali confermano che Amarena non era in atteggiamento aggressivo, ma era sulle quattro zampe ed è stata colpita al fianco con un colpo. Il perito Paride Minervini ha confermato che l’orsa è stata raggiunta da un colpo di carabina 7.62 , con un proiettile calibro 12 che l’ha colpita alla spalla perforando il polmone come ha stabilito l’esame necrologico del professor Rosario Fico. Il proiettile è quello fatale. Fra 90 giorni il perito balistico Minervini depositerà la perizia che sarà cruciale per definire le responsabilità dell’unico indagato: dovrà stabilire la distanza e la traiettoria del proiettile che ha ucciso l’orsa.
 

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Il Gazzettino