Il Safari Park Zoo degli orrori: animali in condizioni pietose

Il Safari Park Zoo degli orrori: animali detenuti da anni in condizioni pietose
Il leone è sdraiato sulla panca. Sembra morto. Ha un occhio ferito, chissà da quanto tempo, e non dà segni di vita nemmeno quando, davanti alla sua gabbia...

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Il leone è sdraiato sulla panca. Sembra morto. Ha un occhio ferito, chissà da quanto tempo, e non dà segni di vita nemmeno quando, davanti alla sua gabbia piccolissima, si affacciano turisti e curiosi per un selfie.

Magro, forse malato, sembra aspettare che anche questo giorno, che è uguale a ieri e agli altri, arrivi al termine.
Poco più in là, un altro piccolo box. Dentro, un cane. Cosa ci faccia un cane chiuso dentro una specie di gabbia a pochi metri da quella occupata dal leone, non è dato, almeno per il momento, sapere.



Ma il Safari Park Zoo di Fier, in Albania, è pieno di sorprese. A cominciare dal sito web che, se cliccato, ti fa vedere tutto, gabbie minuscole comprese. Così, come nulla fosse. Come se, quello zoo "safari", fosse normale.
L'orso, poi, ha un ingresso di tutto rispetto. Una porta di ferro e sbarre e maglie di metallo piene di ruggine che danno su un ambiente dove sarebbe costretto anche un gatto.
E poi, zebre e cervi. Chiusi in ambienti simili a pollai dove il sole fatica anche ad arrivare.
Non se la passa bene nemmeno il lupo. Lo spazio è talmente angusto che riuscire a fare tre passi è quasi un'impresa.



Per costruire la struttura, però, non si è badato a spese. Cemento e ferro in quantità industriale (nelle gabbie) e ampie zone verdi con i fiorellini, fuori. A disposizione di nessuno, tra l'altro, visto che è vietato calpestare le aiuole.
Per assurdo che possa sembrare, le condizioni di vita degli animali, appena descritte, non sono una novità. 
Sono diversi anni, infatti, che il leone, l'orso, il lupo e gli altri compagni detenuti, sopravvivono in questo stato.
Le fotografie pubblicate sui social da molti visistatori, nel corso degli anni, sono a dimostrarlo.
Non fosse stato per i recentissimi, tragici  scatti di un anonimo fotografo, finiti in Rete con lo scompiglio che si può immaginare, forse la realtà di quello che sembra più un lager che uno zoo safari, sarebbe rimasta intatta per chissà quanto tempo ancora.
Così, finalmente, quelle gabbie potrebbero essere aperte. Quegli animali sofferenti, curati e trasferiti.
E' notizia di poche ore fa che il Ministro del Turismo e dell'Ambiente albanese, Blendi Klosi, dopo un sopralluogo, accompagnato dalla polizia, ha ordinato di intervenire in tal senso.

Certo, sarà un bel trambusto tutto quell'andirivieni che si prospetta nei prossimi giorni. E pazienza per le aiuole.

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Il Gazzettino