La triste storia di Jumbo: l'elefantino orfano che ha ispirato il capolavoro Disney, Dumbo

Cartellone pubblicitario d'epoca. Il circo e Jumbo, arrivano in città. (immagine wikimedia)
Mancano poche settimane all'uscita nelle sale, dell'attesissimo Dumbo, il remake del capolavoro di animazione del 1948, firmato Walt Disney che narrava le tristi vicende...

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Mancano poche settimane all'uscita nelle sale, dell'attesissimo Dumbo, il remake del capolavoro di animazione del 1948, firmato Walt Disney che narrava le tristi vicende di un elefantino.

Prima orfano, poi deriso per via delle grandi, grandissime orecchie, alla fine aveva finalmente imparato a volare, dopo mille peripezie.

Tutti, o quasi, ricordano quelle scene che avrebbero commosso il cinema di quegli anni. Quasi nessuno, invece, avrebbe potuto immaginare che quella fiaba, così ricca di magia, era stata ispirata da una storia vera.

E allora, da quel 1948, bisogna tornare indietro di qualche anno, fino alla metà dell'ottocento, o giù di lì.
Protagonisti delle amare vicende, anche stavolta, un elefantino rimasto orfano ed un circo.
Questa è la storia di "Jumbo, l'elefante più grande del mondo".

Il primo ciak, di questa storia vera che sembra un film, va in scena nella lontana Eritrea dove, durante una battuta di caccia, una elefentessa viene uccisa e privata delle zanne, davanti al suo cucciolo.

il piccolo orfano, catturato senza troppi riguardi, "che magari frutta un sacco di soldi", viene trasportato allo giardino zoologico di Parigi dove rimane brevemente. Non vi sono testimonianze dirette di quel periodo ma, visto il brusco, nuovo trasferimento del piccolo in quello di Londra, è facile intuire che, evidentemente, l'elefantino non collaborasse.

I suoi giorni, da quando è stato catturato, sono sempre uguali. Solo, vive in una gabbia poco più grande di lui. Spaventato e stressato, riesce a consumare le proprie piccole zanne, sfregandole alle sbarre.
Tenterà più volte, non riuscendoci, la fuga.

Poi, l'esperienza dello zoo termina ma non il suo peregrinare per il mondo. Venduto e ribattezzato Jumbo, finirà poi, in un circo delle "lontane Americhe". Al Barnum Circus, l'irrequietezza dovuta alla paura dell'elefante, ormai adulto, è curata con buone dosi di whiskey.

Lì, inizia il periodo del duro addestramento. Ai giorni dedicati allo spettacolo, si contrappongono notti irrequiete, con Jumbo che si accanisce contro le sbarre della sua nuova prigione. "Il gigantesco giocattolo per bambini", come verrà ribattezzato dai suoi carcerieri, è la star dello spettacolo e poco importa se le sue condizioni fisiche e psichiche, peggiorano di giorno in giorno. Lo spettacolo deve continuare e gli ignari bambini fanno ancora la fila per salire in groppa al gigantesco pachiderma.

Fino a quando, un giorno, durante uno degli infiniti trasferimenti del circo, Jumbo viene travolto da un treno in corsa. Era il 15 settembre del 1885. L'elefante, aveva soltanto venti anni.


Neanche la sua tragica morte, però, lo avrebbe liberato del tutto. "Impagliato", il suo corpo fu esposto a New York come un'attrazione, per anni. Poi, dopo, fu finalmente libero di andare. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino