Il gambero killer alle porte di Treviso

Il gambero della Louisiana
TREVISO - A Sant'Elena di Silea alcuni residenti se li sono ritrovati a spasso in giardino. Anche in città, soprattutto nei quartieri più periferici, i...

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TREVISO - A Sant'Elena di Silea alcuni residenti se li sono ritrovati a spasso in giardino. Anche in città, soprattutto nei quartieri più periferici, i fossi ne sono pieni. Ormai è un'invasione conclamata ancora più che in passato. E le segnalazioni non mancano: il gambero della Louisiana è il padrone assoluto dell'ecosistema cittadino. Non è un'emergenza per l'uomo. Anzi: se raccolti da acque limpide possono anche diventare un gustoso diversivo per la cena. E da qualche parte i gamberi finiscono spesso e volentieri in tavola sotto forma di condimento, zuppe o bolliti. Diventano però tossici se presi dai fossi comuni. 

Questa specie di gamberi d'acqua dolce è invece un vero e proprio disastro per l'ecosistema: distrugge e mangia praticamente tutto quello che trova, dalle larve alle uova di altre specie ittiche alle erbe acquatiche. E le sue scorribande notturne, sopratutto nelle sere piovose, servono a colonizzare nuovi territori. «Non credo molto alle campagne di contenimento di cui si parla tanto - spiega Francesco Mezzavilla, presidente della Società trevigiana di scienza naturali - in genere per limitarne il numero si cerca di catturarne il più alto numero possibile dai fossi. Ma non si riesce a prenderli mai tutti e una femmina è in grado di deporre 500 uova alla volta. Di conseguenza, tempo qualche mese, e la situazione torna come prima o quasi». Una delle conseguenze, in termini ambientali, è la progressiva scomparsa del gambero di fiume: «Questo tipo di gambero è nostrano - continua Mezzavilla - ma ormai si sta estinguendo proprio per la concorrenza spietata del gambero della Louisiana. È un peccato perché si tratta di un importante indicatore ambientale destinato a scomparire. Ma bisognava pensarci prima: il gambero della Louisiana ha cominciato la sua colonizzazione una decina di anni fa: le larve si attaccano alle zampe degli uccelli acquatici e arrivano in ogni angolo». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino