Il Covid può essere pericoloso per gli animali. Non solo cani, gatti e visoni: tra le specie animali che vivono a contatto con l'uomo, sono almeno una ventina...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
I risultati, pubblicati sulla rivista Scientific Reports, aiuteranno a identificare le specie più a rischio da tenere sotto controllo, per evitare che diventino una riserva del virus pericolosa per l'uomo. Lo studio ha preso in esame 215 specie animali e ne ha identificate 26 vulnerabili al nuovo coronavirus. A dispetto di pesci, uccelli e rettili, gli animali più a rischio sarebbero i mammiferi, inclusi cani, gatti, leoni, tigri e furetti. In alcuni animali come pecore, scimpanzé, gorilla, oranghi e bonobo, la proteina virale Spike potrebbe legarsi al recettore Ace-2 con la stessa forza con cui lega i recettori delle cellule umane. «Gli animali che abbiamo identificato - spiega la bioinformatica Christine Orengo - potrebbero essere a rischio di epidemie che metterebbero a rischio specie minacciate o il sostentamento degli allevatori. Gli animali potrebbero inoltre fungere da riserva del virus, col rischio di reinfettare gli umani così come è stato documentato negli allevamenti di visoni».
«Per proteggere gli animali e noi stessi dal rischio di prendere Covid-19 da un animale infetto - aggiunge la microbiologa Joanne Santini - abbiamo bisogno di un monitoraggio su larga scala degli animali, in particolare degli animali domestici e di allevamento, in modo da scoprire i contagi quando sono ancora gestibili. Quando si ha a che fare con gli animali sarebbe anche importante adottare misure igieniche come quelle che abbiamo imparato quest'anno per ridurre i contagi, e inoltre isolare le persone infette dagli animali oltre che dalle altre persone».
Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino