Il cavallo argentino Nadir di 30 anni salvato col ricovero in clinica. Il maneggio: «Un miracolo»

NADIR Il cavallo salvato col ricovero in clinica
AZZANO DECIMO - «La colica è la prima causa di morte dei cavalli, soprattutto se non affrontata nel modo e nei tempi corretti» spiega la proprietaria del City...

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AZZANO DECIMO - «La colica è la prima causa di morte dei cavalli, soprattutto se non affrontata nel modo e nei tempi corretti» spiega la proprietaria del City Horse di Tiezzo, Alice Cella, che vive ogni giorno a contatto con queste eleganti creature e che di recente ha rischiato di perderne un esemplare. «Tant'è - dice - che la prima cosa che abbiamo fatto è stata di trasferire Nadir (nella foto) in clinica». Nadir, nome di origine arabo-persiana che significa prezioso, raro, è un cavallo argentino di 30 anni, dal carattere dolce, che solo grazie alla decisione rapida e consapevole di Alice e del suo proprietario, Stefano Zecchin, è stato salvato. «Questo cavallo ha cambiato in questi anni tre padroni, ma è stato amato sempre da tutti, soprattutto dai bambini. E all'ultimo, Stefano, venerdì scorso è capitato quello che nessun proprietario di cavalli vorrebbe vivere. Nadir è un gran bell'animale, pesa 450 chili ed è adatto per essere montato e per stare a contatto con l'uomo. L'ho tenuto per alcuni anni prima che trovasse casa - aggiunge Alice Cella - anche se devo dire che non è mai stato addestrato per diventare un cavallo da monta. Quando ha incominciato a stare male, ho sospettato da subito qualcosa di brutto - racconta -. Stefano mi ha chiamato, e mi ha chiesto aiuto. Ho fatto intervenire una bravissima veterinaria, Barbara, che dopo una visita ha fatto la diagnosi, non certo delle migliori: Nadir ha una brutta colica. Dopo alcuni tentativi per curarlo da casa con qualche farmaco, non vedendo miglioramenti, per evitare che si compromettesse inevitabilmente la vita del cavallo, lo abbiamo portato in una clinica veterinaria nel Montello, con la quale io collaboro - spiega la Cella -. Qui un team di veterinari ha fatto il possibile per salvarlo e dopo più di 36 ore di ricovero sotto osservazione, il miracolo è accaduto, visto che Nadir non è più giovanissimo ed è difficile che a quell'età i cavalli si salvino e si riprendano». La sua convalescenza è stata seguita con apprensione da Cella e dalla famiglia Zecchin e da tutti quelli che hanno conosciuto il cavallo. «Ce l'ha fatta - sottolinea -. Ha una pellaccia dura. Ho sempre amato i cavalli fin da piccola e sono stati i miei genitori a farmi conoscere i maneggi vicini a casa. E quando un cavallo che conosci si salva, è una festa, una vittoria». Nadir da tre fa parte della famiglia Zecchin a Fiume Veneto. Quando Stefano l'ha visto per la prima volta si è innamorato di quel cavallo docile e tranquillo, e la figlia, che lo chiama simpaticamente polpetta, ora è felice che sia tornato a casa.

«Nadir si è salvato e questa esperienza - considera la Cella - sicuramente può insegnare qualcosa a qualcuno sul valore della vita e sulla grandezza dell'amore per gli animali». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino