SAN STINO DI LIVENZA - Birba, una bastardina di piccola taglia, ha 15 anni e da 14 è nel canile. Era stata raccolta come randagia, nessuno l'ha mai reclamata come...
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Il canile è quello di Villotta di Chions al centro dell'indagine per presunta truffa e peculato. L'accusa della magistratura pordenonese è di avere ostacolato le adozioni per lucrare sulle diarie dei Comuni del Pordenonese, dell'Udinese e del Veneto Orientale. Chissà se tra i casi sotto la lente d'ingrandimento della magistratura è finita o finirà anche l'inconsapevole bastardina di San Stino. Andrà chiarito se per lei e per gli altri cani ci siano state richieste di adozione o se, come sostiene l'accusa, la direzione della struttura le abbia ostacolate o scalvate per trarre vantaggio economico.
Attualmente al ricovero di Villotta i cani sanstinesi sono quattro. Prima Birba, poi Ricamo, un esemplare di grossa taglia che si trova lì da 10 anni. Da oltre vent'anni e fino allo scorso 31 dicembre il Comune di San Stino con il canile di Villotta aveva in essere un contratto di affidamento dei randagi rinvenuti nel territorio sanstinese. Il numero massimo di affidamenti raggiunto è stato, alcuni anni fa, di una quindicina in un anno. Dal Comune fanno sapere che tempo fa c'era stato il tentativo di staccarsi dalla struttura di Chions. Tentativo che non andò a buon fine in quanto non erano stati trovati altri canili in zona. Dal 1. gennaio di quest'anno il contratto di affidamento ha avuto due proroghe tecniche che servono al Comune per tenere al canile i quattro animali fino a quando non sarà firmata una nuova convenzione con un altro canile. San Stino dallo scorso settembre sta lavorando per sottoscrivere una nuova convenzione con Il rifugio del cane, di Ponzano Veneto. La delibera con la nuova convenzione verrà portata al prossimo consiglio comunale. Intanto, il Comune annuncia che chiederà alla struttura di Villotta spiegazioni in merito alle indagini e alle accuse formulate dalla magistratura. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino