In Molise dopo l'allarme cinghiali ora anche i lupi sembrano diventare un problema per l'economia agricola locale e si cercano soluzioni immediate ed efficaci. «Ormai non passa più un solo giorno che i nostri uffici, dislocati su tutto il territorio regionale, non ricevano testimonianze, corredate da tanto di foto e video, da parte dei nostri associati vessati da un'emergenza che ha raggiunto livelli non più tollerabili». È l'amaro sfogo del Direttore regionale di Coldiretti Molise, Aniello Ascolese, che, denunciando ancora una volta la drammaticità della situazione dettata dai danni provocati dalla fauna selvatica, oggi focalizza l'attenzione sui lupi ed i danni che questa specie sta provocando agli allevamenti.

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«Non bastavano i cinghiali, che quotidianamente radono al suolo campi, scavano buche, attaccano gli agricoltori a lavoro e provocano incidenti stradali anche mortali perché oggi - aggiunge Ascolese - in loro supporto arrivano anche i lupi». Già, perché questo predatore, che nei decenni passati aveva corso il rischio di arrivare alla soglia dell'estinzione, oggi ha ripreso a popolare i nostri territori. Una presenza che di certo certifica la qualità del nostro ambiente, ma di contro sta creando non pochi problemi agli allevatori. Infatti, nel corso del 2020, i numerosi branchi che popolano i nostri monti hanno predato centinaia di capi, in particolare puledri, capi bovini ed ovicaprini. In caso poi di attacco alle greggi, oltre alla perdita degli animali i pastori vedono diminuire drasticamente la produzione di latte, a causa dello stress che questi subiscono, mentre i capi gravidi abortiscono: un danno economico incalcolabile.

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Non è possibile per chi fa allevamento allo stato brado recintare i pascoli, si legge in una nota di Coldiretti Molise, parliamo di estensioni vastissime. Per questo, lo scorso maggio, Coldiretti ha chiesto alla Regione di intervenire con una mappatura delle zone, classificandole in relazione al tasso di rischio effettivo; questo per modulare diversamente le misure di prevenzione e distinguere all'interno della specie i veri lupi, dagli ibridi. Nel primo caso gli animali andranno sicuramente protetti, nel secondo sarà necessario mettere in campo un piano di prelievi, anche a salvaguardia della specie.