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Notte di San Silvestro terribile per gli animali domestici, spaventati dal fragore dei botti: secondo i primi dati diffusi dall'Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente nella notte di Capodanno sono almeno 400 tra cani e gatti morti e centinaia quelli scappati di cui non si conosce ancora la sorte. Molti di essi non torneranno più a casa, come insegna l'esperienza degli anni precedenti. Si tratta di un dato peggiore rispetto a quello dello scorso anno anche se, fanno sapere gli animalisti, è provvisorio. Le regioni con il maggior numero di animali deceduti sarebbero la Calabria e la Sicilia, seguiti da Lombardia e Campania.
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Bilancio peggiore dell'anno scorso
Nel notte fra il 2020 e il 2021, nonostante le rigide normative che hanno limitato le attività a causa della pandemia, morirono oltre 360 tra cani e gatti, mentre furono migliaia quelli fuggiti dalla paura. Senza contare l'incalcolabile bilancio delle vittime fra gli animali selvatici.
Le torture
Agli animali morti di spavento per il rumore dei botti si aggiungono quelli uccisi direttamente dagli uomini che con crudeltà utilizzano i petardi per causare ferite letali.
E' il caso della cagnolina Musetta torturata e uccisa con un petardo il 28 dicembre a Crotone. Sulla vicenda interviene il presidente nazionale dell'Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente Lorenzo Croce che, dopo aver inviato un'esposto alla procura della repubblica di Crotone, scrive in una nota: "La morte atroce di Musetta non deve restare impunita, ringrazio le forze dell'ordine che in questi giorni stanno indagando per trovare il responsabile di questo insano gesto. Purtroppo - conclude il presidente Aidaa - essendo alla vigilia dell'ultimo dell'anno abbiamo una concreta paura che fatti come questo possano nelle prossime giornate ripetersi in tutta la penisola proprio per l'uso indiscriminato di botti proibiti nella notte di San Silvestro, fatto questo che è costato lo scorso anno la vita a 360 tra cani e gatti e a migliaia di volatili uccisi dal rumore dei botti".
La battaglia della Lav
In vista del Capodanno «sono sempre di più i Comuni che emanano ordinanze anti-botti, a testimonianza di una crescente sensibilità e consapevolezza circa i gravissimi danni che possono causare a persone, animali e ambiente, ma tali provvedimenti sono spesso tardivi e inefficaci dal punto di vista giuridico, oltre a non essere seguiti dai necessari controlli per verificarne l'applicazione».
Storni in salvo
Per scongiurare quanto accaduto lo scorso Capodanno, quando a Roma migliaia di storni morirono a causa dei botti, fin dalle ore 20 del 31 dicembre l'unità di emergenza Lav e il team Investigazioni, assieme ai volontari della sede di Roma, hanno pattugliato le zone della Stazione Termini e limitrofe, che lo scorso anno furono teatro dell'assurda strage di animali che, svegliati improvvisamente da botti e fuochi di artificio, andarono a morire in preda al terrore schiantandosi contro palazzi, cavi elettrici, piloni.
«Come testimoniato dalle immagini riprese dal team Investigazioni, l'ordinanza sindacale che aveva vietato l'utilizzo dei botti è stata sostanzialmente ignorata dai cittadini che ne hanno esplosi in ogni strada cittadina. Fortunatamente però, non si è replicato il massacro accaduto lo scorso anno e quindi non c'è stata la necessità di intervenire -sottolinea la Lav - Pur non essendo accaduta la tragedia che temevamo - e di questo ne siamo estremamente felici - abbiamo dovuto constatare che l'utilizzo di botti e fuochi d'artificio è ancora troppo diffuso, è quindi quanto mai necessario giungere all'approvazione di uno specifico regolamento comunale che vieti definitivamente l'uso dei botti e che preveda una diffusa campagna d'informazione nelle scuole e fra i cittadini lungo tutto il corso dell'anno, come già abbiamo chiesto alla nuova Giunta Capitolina subito dopo il suo insediamento».
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Il Gazzettino