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Hanno patteggiato la pena ad un anno e sei mesi di reclusione ciascuno con la sospensione condizionale per 5 anni i due coniugi di Tossicia che lo scorso 12 settembre erano stati arrestati per un'estorsione aggravata ai danni dell'amante di lei. Marito e moglie hanno così evitato di finire a processo e adesso sono tornati libertà dopo quasi tre mesi di arresti domiciliari.
A far scattare l'inchiesta della magistratura la denuncia da parte di un teramano che da qualche anno intratteneva con la donna, una casalinga 46enne di Tossicia, A.M., una relazione extraconiugale andata avanti tra alti e bassi.
Ma già a partire da quello stesso pomeriggio per l'uomo è cominciato l'incubo con messaggi intimidatori e la richiesta pressante del denaro: «Subito i primi 15mila euro, poi più avanti il resto». Fino alla consegna di 20mila euro dati, però, in accordo con le forze dell'ordine e i carabinieri appostati e pronti a bloccare la donna subito dopo il ritiro del denaro estorto. Con l'aggravante, così come contestato dagli inquirenti, del fatto commesso in più persone riunite. È in questo modo che marito e moglie, quella stessa sera, sono finiti agli arresti domiciliari, una misura per entrambi confermata anche dal Tribunale del Riesame dell'Aquila per il pericolo di reiterazione del reato soprattutto alla luce della possibilità che marito e moglie, hanno sostenuto i giudici a suo tempo, avrebbero potuto indurre la vittima a ritrattare. Appena emessa la sentenza di patteggiamento, però, i due coniugi sono tornati in libertà. Mentre la persona offesa (assistita dall'avvocatessa Antonella Galizia) adesso agirà in sede civile per chiedere il risarcimento del danno.
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