Covid Scuola, Lezioni web obbligatorie: chi ne salta una su quattro perde l’anno scolastico. Il codice di comportamento

Mercoledì 28 Ottobre 2020 di Lorena Loiacono
Covid Scuola, Lezioni web obbligatorie: chi ne salta una su quattro perde l’anno scolastico. Il codice di comportamento
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In classe, seduti al banco, si sta composti. E di certo non si può bere il cappuccino e mangiare i biscotti. Lo stesso vale quando la lezione si sposta dalla sede della scuola alla versione online per le norme anti Covid e la classe diventa virtuale.

Negli istituti superiori, che hanno già ampiamente avviato la didattica digitale integrata arrivando anche alla totalità degli studenti da remoto, devono essere messe nero su bianco le regole di comportamento da seguire anche da remoto. Una sorta di galateo della didattica a distanza che, qualora fosse necessario, andrebbe ovviamente esteso anche agli alunni più piccoli, dalle scuole dell’infanzia alle elementari fino alle scuole medie.

Lezioni online, così si evita la bocciatura

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La lezione online è didattica a tutti gli effetti quindi sono previste le stesse regole da rispettare in aula: la presenza, innanzitutto. Non bisogna dimenticare infatti che le assenze vengono registrate, ogni giorno, e non deve essere superata la soglia del 25% di lezioni perse durante l’anno: si tratta di una norma che riguarda le lezioni in presenza e viene estesa a quelle da remoto. Salvo serie giustificazioni, legate ad esempio alle difficoltà di connessione, oltre il 25% di assenze si rischia di non essere ammessi agli scrutini finali. Quindi si rischia la bocciatura.


LE REGOLE
Ma sono tanti anche gli atteggiamenti da evitare. Nelle linee guida, emanate dal ministero dell’Istruzione, infatti, è previsto che il Regolamento di disciplina degli studenti nella scuole venga integrato prevedendo infrazioni disciplinari legate a comportamenti scorretti assunti durante la didattica digitale integrata e, quindi, devono esserci anche le relative sanzioni. Note e ammonizioni, richiami e convocazioni, sempre online, dei genitori. «Non è possibile che un alunno – sottolinea Mario Rusconi, presidente dell’Associazione nazionale dei presidi di Roma e del Lazio – si faccia vedere in video in pigiama o mentre fa colazione. Non è corretto neanche disturbare la lezione con i rumori di fondo nell’ambiente domestico. Sappiamo bene che non tutti gli studenti hanno a disposizione una cameretta da cui poter seguire le lezioni ma deve essere loro cura disattivare il microfono. Oltre a questo va poi seguito un serio discorso contro il cyberbullismo. Educazione e rispetto, quindi, devono essere presenti in classe così come online».


La prima regola, fondamentale per avviare la lezione da remoto, è la puntualità di tutti gli studenti. Anche perché i docenti fanno l’appello e prendono le assenze che, alla fine dell’anno, faranno parte del computo finale. Se si entra in ritardo, non serve attivare il microfono per scusarsi, si può usare la chat che risulta meno ingombrante e viene usata anche per i saluti iniziali o per “alzare la mano” nel caso in cui fosse necessario chiedere la parola per una spiegazione in più. La telecamera deve essere accesa sul primo piano dello studente, senza far vedere troppo l’ambiente che lo circonda. Resta infatti importantissimo il rispetto della privacy di studenti e docenti: è vietato riprendere e fotografare le immagini sullo schermo senza aver chiesto prima il permesso ed è quindi vietato diffondere audio o video di quanto accade durante la lezione.


Ci sono poi indicazioni mirate, date dalle singole scuole, come ad esempio nel regolamento dell’Istituto Tommaso Salvini di Roma che, fino a venerdì, sarà in didattica online al 100% per poi riprendere al 75% dalla prossima settimana: nella netiquette delle lezioni in streaming viene richiesto di accendere la web cam e di non utilizzare nick name o diminutivi per l’accesso alla piattaforma in modo che il docente possa riconoscere i presenti, di non condividere il link della lezione con altre persone e di non far intervenire nessuno durante le attività didattiche.
Inoltre le ore non sono più da 60 minuti: la durata può essere ridotta a 40-45 minuti perché è importante far riposare gli occhi che, altrimenti, resterebbero fissi davanti allo schermo per troppo tempo.

«Nel contratto sottoscritto che regola la didattica digitale integrata - spiega Marcello pacifico dell’Anief - è previsto infatti che l’insegnante svolga l’orario di servizio completo ma si può adottare una riduzione rispetto all’unità oraria inferiore ai 60 minuti. Ogni scuola potrà operare in autonomia, ad esempio riducendo l’unità oraria di 5 o 10 minuti. Viene inoltre data la possibilità di introdurre delle pause adeguate per i docenti».

Il codice di comportamento

Puntualità decisiva

E’ importante entrare nella video-lezione con qualche minuto di anticipo per non disturbare l’avvio della didattica. La puntualità è fondamentale proprio come se si stesse in aula.

Buone maniere

Il vestiario e l’atteggiamento, anche da remoto, devono essere consoni. Vietati quindi pigiami e cappelli spettinati, vietato mangiare di fronte allo schermo o usare il telefono.

Appello come in classe

Le assenze vengono registrate, all’inizio di ogni lezione si fa per questo l’appello. Meglio non sottovalutare questo aspetto visto che se si salta un quarto delle ore si perde l’anno scolastico.

Lezioni più brevi

La lezione non deve durare necessariamente 55-60 minuti. Può essere ridotta anche a 40-45 minuti perché è importante che gli studenti distolgano gli occhi dallo schermo.

Ultimo aggiornamento: 14:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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