L'abbraccio storico tra Papa Francesco e il patriarca di Mosca Kirill c'è stato. E non è stato solo il primo passo per ricucire uno strappo millenario tra cristiani, ma un colloquio in cui i due capi spirituali si sono confrontati su temi etici e strategici per la geopolitica mondiale. Mai, prima d'ora, un vescovo di Roma aveva incontrato un patriarca di Mosca. I due leader sono stati ospitati a Cuba, nell'aeroporto José Martì dell'Avana, crocevia d'incontri: un'isola che si conferma luogo di disgelo, ma che rappresenta anche un Paese neutro, lontano da quei Paesi europei terre di conflitti tra cristiani. Qui, ad attenderli, c'era il presidente Raùl Castro. "Finalmente, fratello", ha esclamato il Papa abbracciando Kirill, prima di portare la mano al cuore: "Siamo fratelli - ha ribadito - abbiamo tutto in comune". "Anche se le nostre difficoltà non si sono ancora appianate - ha risporto Kirill abbracciando Francesco - c'è la possibilità di incontrarci e questo è bello". L'appello alla comunità internazionale per porre fine alla persecuzione dei cristiani in Medio Oriente e delle violenze in Iraq e Siria, la deplorazione dello scontro in Ucraina e del terrorismo come crimine in nome di Dio. Ma anche la condanna all'aborto, l'eutanasia e alla procreazione assistita. Così come la definizione di famiglia come istituto fondato sul matrimonio tra uomo e donna. Questi sono alcuni dei temi affrontati nella dichiarazione che i leader spirituali hanno firmato nelle lingue italiana e russa. Dopo l'incontro il Papa è volato in Messico dove lo attende un fitto calendario di impegni e dove è stato accolto da migliaia di fedeli e da Peña Nieto e sua moglie Angelica Rivera.
Ultimo aggiornamento: 26 Settembre, 12:27
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