Pornostar uccisa: Federica era
legata con corde e fil di ferro

Giovedì 19 Giugno 2014
Pornostar uccisa: Federica era legata con corde e fil di ferro

VICENZA - Era legata anche con corde e fil di ferro Federica Giacomini, l'attrice hard il cui cadavere è stato ritrovato martedì, a cinque mesi dalla scomparsa, nel fondo del lago di Garda.

Dopo l'autopsia di ieri ora gli accertamenti si concentreranno anche su questi elementi, emersi nelle ultime ore. Nella giornata di oggi saranno inoltre spediti ai Ris i tamponi effettuati durante gli esami autoptici di ieri, per verificare se la donna fosse stata sedata o drogata prima del suo omicidio.

L'identificazione di Federica è ormai certa, anche alla luce di alcune sue caratteristiche morfologiche che ne hanno facilitato il riconoscimento (una menomazione al dito di una mano) ma proseguiranno nei prossimi giorni anche ulteriori indagini per avere un riscontro più certo possibile anche dal punto di vista del Dna.

L'ASSASSINO AIUTATO DAL BARCAIOLO

Nessun sospetto dell'esercente, tanto più che l'assassino aveva le idee ben chiare e si è fatto portare in un punto preciso dello specchio d'acqua, profondo circa 100 metri. Il barcaiolo era talmente convinto di avere per cliente un biologo vero da averlo aiutato a buttare in acqua la cassa, zavorrata in precedenza dall'assassino con un forato di cemento per non riemergere mai più. Quando due giorni fa i sommozzatori hanno riportato in superficie l'involucro l'imprenditore era a riva, le mani nei capelli e lo sguardo inorridito. Particolarmente laborioso è stato il percorso che ha portato la squadra mobile di Vicenza sulle tracce del noleggiatore. Gli investigatori sono partiti dai tabulati telefonici di Mossoni e hanno ricostruito che tra fine gennaio e inizio febbraio, all'epoca della scomparsa della vittima, aveva freneticamente cercato di mettersi in contatto con un barcaiolo di Brenzone. Molti esercizi d'inverno sono chiusi, per cui si è arrivati abbastanza facilmente al noleggiatore. Ma qui c'è stato un intoppo. Per due volte il noleggiatore ha negato la circostanza, forse temendo una verifica di natura fiscale, per poi ammettere solo qualche giorno fa il contatto con l'assassino. «Si è vero» ha detto alla Polizia, raccontando di quel finto biologo (la cella telefonica di Mossoni ha agganciato proprio in quei giorni Castelletto di Brenzone) e della sua volontà di portare una cassa nel punto più profondo del lago.

Ultimo aggiornamento: 20:12 © RIPRODUZIONE RISERVATA