Resa dei conti nella Lega: Mondardo
silurato, i poteri vanno a Manzato

Giovedì 28 Luglio 2016 di Paolo Francesconi
Da sinistra Franco Manzato e Antonio Mondardo
VICENZA - Tornano le tensioni nella Lega Nord con espulsioni e conflitti. Il caso Vicenza è scoppiato nelle ultime settimane: il segretario (che è anche responsabile amministrativo veneto) Antonio Mondardo, ex tosiano, si era dimesso nei giorni scorsi in dissenso dal metodo con cui Toni Da Re, segretario veneto, a fine giugno ha scelto i suoi due vicesegretari: l’ex senatore vicentino Paolo Franco e Giorgia Andreuzza, 42 anni di Noventa di Piave.

In particolare a Mondardo, 51 anni - figura non secondaria del Carroccio veneto, presidente del consorzio Arica che gestisce il collettore di trasferimento dei reflui di cinque impianti di depurazione, già sindaco di Grancona, vicepresidente della Provincia, consigliere d’amministrazione di Poste italiane - non stava bene l’incarico a Franco. Vecchie ruggini, caratteri e approcci diversi, e aveva avanzato critiche. Ad un certo punto Mondardo si era dimesso. Poi ci aveva ripensato e chiesto il ritiro della lettera. Troppo tardi - ha stabilito però il consiglio nazionale della Liga Veneta - perchè a norma di statuto, le dimissioni, una volta date, sono irrevocabili. Per cui a larga maggioranza ha ratificato l’abbandono di Mondardo e consegnato il partito nelle mani di Manzato, uomo di fiducia di Da Re, fino al congresso, probabilmente entro l’anno. Subito dopo però la vicenda ha avuto un epilogo personale drammatico: concluso il consiglio nazionale, evidentemente la goccia che ha fatto traboccare il vaso, Mondardo, in un momento di forte disagio emotivo, ha avuto un crollo psicofisico e si trova in stato di choc, ricoverato in ospedale a Vicenza. «Cose troppo delicate e personali» tagliano corto un po’ tutti i dirigenti vicentini e non.
Ultimo aggiornamento: 17:14 © RIPRODUZIONE RISERVATA