Allarme esuberi, Mion: «Sono
1300-1500 e non si può aspettare»

Mercoledì 26 Ottobre 2016
Gianni Mion
8

VICENZA - Sembra una risposta alla manifestazione di ieri, quando di fronte alla sede centrale di Popolare di Vicenza le sigle sindacali hanno detto no a fusioni che potrebbero accorpare le filiali e soprattutto no ai licenziamenti di cui si parla spesso. Ora il presidente della Banca Popolare di Vicenza, Gianni Mion, è molto esplicito:  «Dobbiamo convincere le organizzazioni sindacali che abbiamo questi esuberi, per i quali dobbiamo trovare una soluzione. È un numero importante: 1.300-1.500». Così ha detto Mion a margine di un evento a Milano. «Questo è un esubero strutturale, non è una cosa temporanea. Non siamo in condizione di aspettare» ha aggiunto.

Mion ha chiarito anche che «purtroppo non è» possibile utilizzare il fondo esuberi del Governo. «Questo è un esubero strutturale, non temporaneo - ha ripetuto -. Noi forse abbiamo commesso l'errore di dirlo subito». A chi gli chiedeva se se ritiene possano essere sufficienti i soldi messi sul tavolo dal Fondo Atlante, il presidente ha risposto: «Per rilanciare la banca abbiamo bisogno di soldi, sicuramente. Lo dirà il piano industriale: speriamo di farlo nei prossimi due mesi. Tutti parlano di fiducia, ci vorrà tempo per recuperarla e quindi speriamo nel piano. Con quello capiremo quali sono i fabbisogni, cosa può fare Atlante e cosa possono fare altri soci».

«Oggi c'è cda. Ci sono tre priorità: primo il tavolo di conciliazione, secondo l'azione di responsabilità e poi il piano», ricorda Mion che sottolinea che «per rilanciare la banca abbiamo bisogno di soldi sicuri». Il presidente della Popolare Vicenza conferma poi che ci sono contatti con Veneto Banca. «Ma se ci sono alternative ho sempre detto che bisogna vederle», ricorda, evidenziando che l'opzione con Montebelluna «è quella che è venuta in mente a me e, non solo, ma anche ad altri. Se poi ci sono altre soluzioni a me va bene, non è un problema ma al momento non vedo altro». Mion spiega anche che non ci sono contatti con altri soci. «Secondo me sarebbe tempo perso perché prima bisogna andare con i problemi risolti.

Risolvere il problema dei costi, della nuova dimensione della banca, poi vedremo», afferma.

​Sulle dichiarazioni di Mion è intervenuto Luca Zaia: «Sono esuberi strutturali, ma ciò non toglie che si tratti di una tragedia, che ci vedrà, per quanto possiamo fare, al fianco dei lavoratori. Del resto, i dati nazionali non ci facevano sperare molto bene sull'esito della vicenda». Lo ha detto il presidente del Veneto riferendosi ai 1.500 esuberi annunciati dalla Banca Popolare di Vicenza. «Resta da capire - ha concluso Zaia - il futuro di Popolare di Vicenza e Veneto Banca, rispetto a quello che potrà accadere: spezzettamento, vendita o fusione».
Dura risposta dei sindacati alle parole del presidente della Banca Popolare di Vicenza, Gianni Mion, secondo cui l'istituto berico potrebbe dichiarare fino a 1.500 esuberi. «Se il cda deciderà per i licenziamenti sarà guerra senza confini», si legge in una nota unitaria di tutti i sindacati dei bancari.

Ultimo aggiornamento: 17:47 © RIPRODUZIONE RISERVATA