VICENZA - C'è il vino liofilizzato, ci sono i kit per i formaggi - o presunti tali - come Parmigiano e pecorino, e imitazioni degli insaccati. Il falso non conosce confini e, a quanto pare, ha messo radici anche a Vicenza.
Nel territorio la frode sottrae al mercato almeno 100 milioni di euro, di cui 15 relativi all'alimentare.
A lanciare l'Sos è il presidente provinciale di Coldiretti Vicenza Martino Cerantola, sulla base dei dati del Censis e del Ministero dello sviluppo economico: "Al danno economico e occupazionale si aggiunge quello di immagine, con la presenza di imitazioni che non hanno le stesse caratteristiche qualitative dei prodotti originali". Gli inganni sono aumentati con la diffusione del commercio online, attraverso il quale - secondo le elaborazioni di Coldiretti su dati Istat relativi al 2015 - ha fatto acquisti il 48% dei consumatori, cioè una persona su 2.
Tra gli alimenti più taroccati ci sono quelli tipici della tradizione locale e regionale (32%), i prodotti Dop ed Igp (16%) e i semilavorati (insaccati, sughi, conserve, 12%). Tra le categorie contraffatte, il primato negativo spetta ai formaggi. Seguono le creme spalmabili e i salumi.
Ma per Coldiretti c'è un altro motivo di proccupazione: la progressiva scomparsa dei negozi di vicinato, a beneficio di discount e supermercati. "Le botteghe abbassano la serranda per la crisi e il calo dei consumi. A trarne vantaggio sono la grande distribuzione e altre forme di vendita - osserva ancora Cerantola - Questo mette a rischio la sicurezza dei centri urbani. Nelle tavole dei consumatori potrebbero finire alimenti di bassa qualità. Contro lo spopolamento dei centri urbani ci sono i mercati di Campagna amica".
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