Gli ambientalisti: «Ex Cotorossi
da sequestrare, è abusivo»

Giovedì 5 Maggio 2016 di Roberto Cervellin
Gli ambientalisti sono scesi in campo per bloccare i lavori all'ex Cotorossi

VICENZA - «Che cosa fa la procura?». Più che una domanda, un grido d'allarme. E' quello degli ambientalisti vicentini che, dopo l'avvio della raccolta fondi per sostenere le spese legali e della campagna “Un selfie con il mostro”, tornano a chiedere il sequestro dell'intera area dell'ex Cotorossi. Nel mirino, le presunte irregolarità degli edifici di Borgo Berga realizzati attorno al nuovo tribunale, ovvero uffici, appartamenti, negozi e servizi. «Sono state violate le normative edilizie e urbanistiche - denunciano Legambiente, Italia Nostra e Comitato antiabusi - La zona è sottoposta a vincolo paesaggistico. Per non parlare del mancato rispetto della distanza dai 2 corsi d'acqua. I giudici hanno ipotizzato la lottizzazione abusiva».
 


Già, i giudici. Finora hanno posto sotto sequestro solo il lotto E, nel quale non è stato costruito nulla, mentre non è stata richiesta la misura cautelare per gli altri lotti, dove alcuni fabbricati sono ormai completati. Un mese fa gli ambientalisti, attraverso l'avvocato Marco Mirabile, avevano chiesto il sequestro preventivo di quelli abusivi. Ma da allora non si sarebbe mosso nulla.

Di qui l'invito alla procura a fare presto affinché non vengano messi in vendita o in affitto immobili irregolari destinati ad «aggravare le conseguenze del reato». «Fermate i lavori», è il monito di Laura Biffi, responsabile dell'ufficio legale di Legambiente nazionale, chiamata ad appoggiare la battaglia delle associazioni locali beriche. In prima linea, Paolo Crestanello del Comitato contro gli abusi, Luigi Lazzaro presidente Legambiente Veneto, Adriano Battagin, numero uno del circolo Legambiente Vicenza volontariato e Giovanna Dalla Pozza Peruffo della sezione vicentina di Italia Nostra. Quest'ultima associazione sta interessando il consiglio direttivo nazionale per contrastare quello che gli ambientalisti definiscono «un gravissimo scempio». «Tra qualche mese dovrebbe scadere il permesso di costruire e con ogni probabilità i dirigenti comunali, che continuano a negare ogni irregolarità, rilasceranno una nuova illegittima autorizzazione. Questo a dispetto delle nostre diffide - incalzano - Tra l'altro non si conoscono ancora i nomi delle 17 persone iscritte nel registro degli indagati».

Battagin ricorda che a peggiorare la situazione ci sarebbe l'intenzione dell'agenzia delle entrate di trasferire la sede proprio nell'ex Cotorossi. «L'operazione immobiliare di Borgo Berga è l'esempio di come l'aggressione al territorio e il raggiro delle leggi non risparmino nessuna area italiana», aggiunge Biffi. E i privati? Paolo Dosa, presidente di Sviluppo Cotorossi, respinge le accuse e ammette che la società «ha sempre agito nella massima trasparenza e correttezza, nel pieno rispetto di quanto indicato nei permessi rilasciati dalle autorità"».

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