Popolari venete: la fusione accelera
Si cerca un'intesa entro fine anno

Mercoledì 26 Ottobre 2016 di Maurizio Crema
Popolari venete: la fusione accelera Si cerca un'intesa entro fine anno
Popolari venete: si accelera sulla fusione. La Bce dà la sua benedizione mentre il sindacato va in piazza e avverte: no ai licenziamenti. Iniziate le grandi manovre per concretizzare la fusione tra Popolare Vicenza e Veneto Banca. I due presidente Gianni Mion e Beniamino Anselmi si dovrebbero incontrare venerdì prossimo per mettere in moto la macchina e avviare i primi tavoli di confronto operativi per arrivare a porre basi per la nascita della grande banca del Triveneto entro il 2017. Il presidente di Atlante Alessandro Penati nei giorni scorsi ha incontrato i vertici della Bce e avrebbe ottenuto il via libera per accelerare sulla fusione. Il nodo più pesante da risolvere è quello degli esuberi: si parla di circa 1500 posti a rischio per Vicenza e di un migliaio per Veneto Banca sugli 11mila complessivi. Ma potrebbero essere anche i più. Il problema sono le coperture per evitare licenziamenti, che mancano. Vicenza (che potrebbe chiudere altri 50 sportelli oltre ai 150 già abbassati) per esempio non coprirebbero più di 600 esuberi, 700 invece sono quelli per ora “sicuri” a Veneto Banca. «Siamo preoccupatissimi, non accetteremo licenziamenti - avverte Denis Sbrissa della Fisac Cgil veneta - siamo pronti a gestire gli esuberi anche con i contratti di solidarietà ma non possono essere solo i dipendenti a pagare. I sacrifici devono essere condivisi».

Ieri i sindacalisti della Pop Vicenza hanno manifestato davanti alla sede centrale della banca dopo aver tenuto un’assemblea molto affollata con oltre 400 dipendenti. Una protesta che doveva essere celebrata in coincidenza con il cda di BpVi, spostato invece a oggi e a Milano. Ieri invece si è tenuto il vertice di Veneto Banca, un cda fiume che però non ha sciolto un altro nodo fondamentale: i tavoli di concertazione con i soci. Si conta che le trattative sui rimborsi (si parla di cifre sul 10-15% del costo d’acquisto dell’azione, ma non ci sono conferme ufficiali) possano essere avviate entro fine novembre. Ma una cosa appare certa: termini e modi dei rimborsi saranno molti simili tra le due banche a dimostrare una regia di Atlante sempre più stretta. Oggi il cda di Vicenza dovrebbe anche definire la data dell’assemblea per decidere l’azione di responsabilità contro gli ex vertici di BpVi. Si pensava entro fine novembre (Veneto Banca ha già fissato per il 16), potrebbe slittare al massimo a inizio dicembre.

Il sindacato è pronto alle barricate. «Oggi è prevalso il buonsenso e nonostante quanto dichiarato inizialmente dalla Uilca anche tale sigla si è uniformata alla protesta da indetta da noi», sottolineano i sindacati: «I dipendenti stanno già pagando le ricadute sociali della crisi, molti hanno perso i loro risparmi e la credibilità professionale con familiari e amici. Non devono ora diventare il capro espiatorio di tutti i mali del gruppo». «Chiederemo per i dipendenti la manleva, cioè di sollevarli dalle conseguenze patrimoniali negative della gestione - annuncia Sbrissa -. Hanno agito nell’ambito del loro mandato, eseguendo gli ordini».

Sul passato Sbrissa è netto: «Già nel 2012 abbiamo denunciato con un volantino i rischi che stava correndo la banca e nel 2013 abbiamo fatto uno sciopero per protestare contro la gestione. La fusione con Veneto Banca e anche l’alleanza con Antonveneta metterà in crisi anche le aziende affidate da tutte e due le banche. La politica con la Lega e Renzi vuole la fusione, ma insieme sarà ancora più dura».
Ultimo aggiornamento: 11:46 © RIPRODUZIONE RISERVATA