Dopo il suicidio accuse alla Procura
e al Csm fascicolo su pm e giudici
Bce: «58mila azionisti non informati»

Venerdì 17 Giugno 2016
La vittima
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VICENZA - Dopo la morte di Antonio Bedin, il pensionato suicidatosi a Montebello Vicentino dopo aver perso 500 mila euro di risparmi investiti in azioni e obbligazioni della Popolare di Vicenza, è il momento del dolore ma anche delle accuse. Se il Governatore Luca Zaia ha chiesto al Governo «un intervento straordinario per i piccoli risparmiatori che hanno perso tutto, un intervento che non è finanziario ed economico, ma sociale», ricordando i 205 mila azionisti di Popolare Vicenza e Veneto Banca rimasti a secco, ora emergono nuovi scenari negativi per la gestione di PopVi segnalati dalla Bce: l'ispezione della Banca centrale europea, condotta tra il 26 febbraio e il 3 luglio 2015 e conclusa da una relazione di 103 pagine, è un nuovo atto d'accusa. Cioè i profili di 58mila azionisti non sarebbero risultati in linea con la direttiva europea Mifid (Market in Financial Instruments directive) secondo la quale i clienti vanno classificati in maniera adeguata per poter loro offrire servizi finanziari appropriati. Non sarebbero stati informati adeguatamente sui reali rischi dei titoli.

E dopo la notizia del suicidio dalle organizzazioni dei consumatori sono arrivate le più forti bordate. Anche contro la Procura di Vicenza, che proprio ieri attraverso il procuratore della Repubblica Antonino Cappelleri aveva rassicurato azionisti e risparmiatori sul fatto che l'inchiesta procede con tempistiche rapide. Intanto il Csm avrebbe aperto un fascicolo su pubblici ministeri e magistrati che in passato si sono ocucpati della Popolare, sulla base di esposti giunti da Adusbef e Federconsumatori. Un fiume in piena il presidente Adusbef, Elio Lannutti, che mette sotto accusa tutte o quasi le istituzioni: «La tragedia di Antonio Bedin, pensionato e piccolo azionista della Banca Popolare di Vicenza, che come tutti gli altri 120.000 soci della BpVi ha visto andare in fumo i propri risparmi dopo l'aumento di capitale dell' istituto, suicidatosi nella sua abitazione a Montebello Vicentino - ha dichiarato Lannutti all'Ansa -, è addebitabile all'inerzia collusiva se non vera e propria complicità di Consob, Bankitalia, Procura di Vicenza, che non hanno impedito, nonostante specifiche denunce dell'Adusbef, le scorribande finanziarie di Zonin, lo spiccia faccende del Governatore Visco, le cui incredibili ed inaccettabili
protezioni istituzionali
, di un sistema Veneto permeato da corruzione ed illegalità, devono essere accertate». Secondo Lannutti «va accertata la verità dei fatti e l'inerzia della Procura di Vicenza, che non ha impedito, seppur sollecitata, la più grande truffa del dopoguerra mai realizzata in una sola regione, lasciando a piede libero tutti i protagonisti del più grande crac, di molto superiore a quello della Parmalat». Il Codacons ha aggiunto: «La Procura della Repubblica di Vicenza deve indagare per la fattispecie di "istigazione al suicidio"», come ha dichiarato il presidente Carlo Rienzi.
«Chiederò che questa pratica sia trattata con priorità»: è il consigliere laico di Forza Italia Pierantonio Zanettin ad assumere l'impegno di sollecitare una corsia privilegiata per il fascicolo aperto presso la Prima Commissione del Csm dopo l'esposto dell'Adusbef sui magistrati che si sono occupati in passato della Banca popolare di Vicenza.

Ultimo aggiornamento: 18:14 © RIPRODUZIONE RISERVATA