“Salviamo il sentiero del Brenta” non demorde e marcia ancora su Zaia

Giovedì 16 Febbraio 2017 di Elena Ferrarese
“Salviamo il sentiero del Brenta” non demorde e marcia ancora su Zaia

BASSANO - Alla vigilia dell’apertura dei cantieri della Ciclopista del Brenta tra Valstagna e Pove, dopo aver raccolto 9mila firme per la petizione “Salviamo il Sentiero del Brenta”, l’omonimo comitato mette in atto ancora una “prova di forza” con una passeggiata lungo il sentiero in questione. È organizzata per domenica 19 febbraio, con ritrovo alle 8.30 in via Brenta a Pove del Grappa, in zona industriale, e partenza alle 9, per arrivare fino a Bassano del Grappa, sul Ponte degli Alpini (circa 6 chilometri o 12 chilometri per chi vorrà percorrere l'anello completo del Brenta), con ristoro finale. La prima passeggiata, organizzata lo scorso 4 dicembre, aveva visto la partecipazione di più di 500 persone.

Non demordono quindi i promotori della protesta che, visto che dopo i due incontri svoltisi a Venezia il 24 gennaio e 31 gennaio scorsi non è stata trovata alcuna intesa, recentemente hanno voluto aderire alla soluzione convergente e di mediazione civica avanzata da Italia Nostra. Secondo questa proposta - che non pregiudica il finanziamento europeo per la realizzazione della ciclopista, sulla cui importanza sono tutti d’accoro - si potrebbe salvaguardare il sentiero confermandone la qualificazione di "percorso ciclopedonale", mantenendovi le sezioni attuali e usando un fondo naturale adatto a tutte le persone, sistemando i muri a secco esistenti sul lato monte e la riva sul lato fiume con la conservazione delle piante che ne tengano stabile l'argine, ma senza alterarne l’attuale stato con interventi costosi e distruttivi del paesaggio, quali i "massi ciclopici" paventati nel progetto. «Si badi che la soluzione offerta da Italia Nostra - specifica il Comitato  - è adatta a tutti, persone di tutte le età e persone con disabilità, nello spirito vero del "progetto inclusivo”». 
 

 

Quello che si chiede al governatore del Veneto Luca Zaia e all'assessore regionale alle Infrastrutture Elisa De Berti, secondo l’appello di Italia Nostra, è “un atto di saggezza, di prudenza, di buon senso, di responsabilità affinché questo progetto venga rivisto alla luce delle istanze promosse da oltre 9mila cittadini veneti prima che l'esecuzione dello stesso comprometta inevitabilmente il sentiero del Brenta che è oggi un luogo straordinariamente ricco di biodiversità, di colori, luci, profumi e suoni che hanno stimolato l'osservazione e donato felicità alle moltissime persone che lo hanno frequentato”. Ma anche che “la Regione Veneto, attore del finanziamento e controllore di indirizzo politico ed amministrativo, chiami tutte le parti in causa ad un nuovo incontro per discutere serenamente la proposta che l'associazione ha fatto”. 

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