Suor Bertilla, la santa vicentina:
una vita di preghiera e duro lavoro

Mercoledì 19 Ottobre 2016
Suor Bertilla Boscardin

BRENDOLA - E' vicentina la santa di oggi. «Un'umile contadina». Così Pio XII chiamerà Bertilla Boscardin in occasione della sua beatificazione. Una sintesi che compendia mirabilmente la scelta di vita di una figura straordinaria. Volle proseguire in tutto e per tutto quella che lei aveva voluto chiamare «la via dei carri»: non estasi, non miracoli, ma preghiera, obbedienza e lavoro duro. «Farsi serva di tutti - scriverà nel suo diario spirituale -. Lavorare, patire, lasciare le soddisfazioni agli altri».
 


Nata nel 1888 a Gioia di Brendola, dove viene battezzata col nome di Anna Francesca, dopo aver trascorso un'infanzia molto povera, lavorando nei campi e dedicando il tempo libero alle attività della parrocchia, Bertilla - come sceglierà di farsi chiamare - sente il richiamo della fede, ed entra nella casa vicentina delle Maestre di S. Dorotea, figlie dei SS. Cuori, dove le vengono affidate le più umili attività in cucina e in lavanderia. Canonizzata da Giovanni XXIII nel 1961, la sua tomba, ospitata a Vicenza nella Casa Madre della comunità, è divenuta un'importante meta di preghiera e meditazione.

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