Pfas, così si pulisce l'acqua: pagano
i cittadini e le bollette raddoppiano
Piccoli (AcqueChiampo) alla Camera

Martedì 14 Giugno 2016 di Claudio Strati
Pfas, così si pulisce l'acqua: pagano i cittadini e le bollette raddoppiano Piccoli (AcqueChiampo) alla Camera
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CHIAMPO - Acqua senza Pfas tirata su da pozzi non contaminati. Strumentazioni acquistate per monitorare la risorsa idrica "in diretta". E aumento dei costi per risolvere il problema Pfas addossato ai cittadini, facendo raddoppiare gli importi delle bollette. Queste le linee guida spiegate da Alberto Piccoli, direttore generale dell'azienda Acque del Chiampo, durante l'audizione svoltasi alla Camera. Acque del Chiampo è una spa a partecipazione pubblica che si occupa della gestione del servizio idrico integrato (fognatura, depurazione e acquedotto) nei 10 comuni soci (Arzignano, Altissimo, Chiampo, Montorso vicentino, Crespadoro, Nogarole Vicentino e San Pietro Mussolino, Montecchio Maggiore, Brendola e Lonigo), dell'Ato «Valle del Chiampo», per oltre 90 mila abitanti, con una rete di 960 chilometri che eroga poco meno di 15 milioni di metri cubi di acqua all'anno. 

Piccoli ha spiegato ai parlamentari come si sta muovendo la sua azienda sulla vicenda dei Pfas finiti nella falda, un caso di maxi inquinamento che ora vedrà sottoposti a controlli sanitari ordinati dalla regione decine di migliaia di vicentini e veneti.  «Le sostanze perfluoroalchiliche si trovano dalle pentole antiaderenti al Gore-Tex - cioè in una grande quantità di prodotti, ha detto Piccoli -. L'Istituto superiore di sanità commentava così questo fatto: "...pur non configurandosi allo stato un rischio immediato per la popolazione esposta, si ravvisa l'opportunità ed urgenza di adottare adeguate misure di mitigazione dei rischi, prevenzione e controllo estese alla filiera idrica sulla contaminazione delle acque da destinare e destinate al consumo umano nei territori interessati. Di conseguenza, valutando che la situazione possa comportare un rischio potenziale per la salute umana, si consiglia l'adozione di misure urgenti di trattamento delle acque potabili per l'abbattimento sostanziale di tali sostanze inquinanti"».

Le aree e i comuni contaminati


«Le sostanze non erano note, nemmeno Arpav aveva la strumentazione per ricercarle. Le prime analisi che sono state commissionate da Arpav ci sono arrivate nel luglio del 2013 - ha detto Piccoli -: si evidenziava che 6.590 utenti di Brendola e 15.450 utenti di Lonigo stavano bevendo acqua con la presenza di sostanze perfluoroalchiliche. Più altri 150 e 860 che non avevano l'acquedotto e prelevavano dalla falda... Sembra banale, ma abbiamo acquistato un macchinario di laboratorio per verificare la presenza di Pfas, anche per dare supporto ai sindaci al fine dell'emanazione delle ordinanze per la potabilità o non potabilità. Quindi è entrata in funzione la prima centrale a filtri a carboni attivi, a salvaguardia degli abitanti di Brendola e intanto abbiamo cominciato a estendere la rete di acquedotto ai residenti ancora privi. L'anno dopo anche nella centrale di prelievo dell'acqua di falda di Lonigo abbiamo installato un sistema di filtri a carboni attivi. Inoltre abbiamo collegato tra loro pozzi non contaminati, come quello di Montecchio. Ora il progetto esecutivo dell'estensione di rete è stato approvato. Avremo un appalto e credo che entro il 2017 serviremo finalmente tutti gli utenti di Brendola e di Lonigo con acqua prelevata dai pozzi "puliti"». 

E qui Poletto ha chiarito dove si prendono le risorse per tutti questi avori: «L'impegno economico è attualmente tutto a carico della tariffa per i cittadini. Se analizziamo voce per voce, infatti, andiamo dai 180.000 euro del nuovo strumento che abbiamo comprato, ai 200.000 euro del primo impianto a carboni attivi, all'impianto di Lonigo che ne costa altrettanti. La proiezione di questi interventi, dei quali il più importante è pari a 1,4 milioni di euro, potrebbe incidere per il 2 o 3 per cento della tariffa, che si attesterebbe non più al 4,5 o 5 per cento attuale, ma all'8 per cento». In sostanza si parla di un raddoppio dei costi addossati ai cittadini utenti: «La tariffa è l'aggiornamento di ciò che avviene negli anni precedenti. Gli investimenti adesso sono approvati ed è ovvio che, salvo interventi straordinari, saranno a carico dei cittadini dei dieci comuni serviti per i prossimi due anni. Questo è l'ordine di grandezza dell'incidenza percentuale. Stiamo parlando di poco meno di 2,4 milioni di euro a cui vanno aggiunti, finché non troveremo altre fonti non contaminate, 98.000 euro all'anno di gestione e costo degli impianti con filtri a carboni attivi.

Questa è una soluzione che ha garantito ai cittadini afferenti ad Acque del Chiampo, in particolare nei due comuni maggiormente interessati, la tranquillità. È importante ribadire che stiamo fornendo acqua senza Pfas con una tempistica molto rapida, cosa di cui ci vantiamo e siamo orgogliosi».

Ultimo aggiornamento: 14:08 © RIPRODUZIONE RISERVATA