Occupa abusivamente una casa:
trovato con una bici rubata

Sabato 28 Maggio 2016 di Vittorino Bernardi
Mohamed Bennoune alla finestra
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THIENE – Nuovi guai con la giustizia per il pregiudicato Mohamed Bennoune, marocchino di 45 anni, che da circa tredici mesi sta occupando abusivamente la casa al civico 13 di via Marconi, di proprietà di una signora di Schio. Il nordafricano alle 14 di ieri 27 maggio è stato fermato dagli agenti della polizia locale Nord Est Vicentino all'interno del parco Aldo Moro con le mani sulla bicicletta da donna che 6 ore prima era stata rubata a una studentessa 19enne dell'Ipsia Garbin, all’interno dell’istituto in via 1. Maggio. Mohamed Bennoune ha negato il furto della bicicletta asserendo di averla acquistata da pochi minuti da un soggetto sconosciuto. Il marocchino è stato denunciato in stato di libertà alla Procura della Repubblica di Vicenza per il reato di ricettazione. La polizia non ha proceduto al suo arresto perchè era trascorsa la flagranza. La notte prima (tra giovedì e venerdì) Mohamed Bennoune con il suo connazionale Adil Chabab di 35 è stato vittima di un doppio attacco nella casa occupata da parte di due giovani che a bordo di una Smart di colore grigio prima si sono limitati a pesanti offese “… bastardi marocchini, tornatevene a casa o vi ammazziamo”, per sfondare pochi minuti dopo un vetro del portone d’ingresso. Un blitz perseguibile per legge, con i carabinieri alla ricerca dei due, condannato dal comitato Prima Noi che il 14 maggio ha fatto conoscere alle cronache l’occupazione abusiva che dovrebbe terminare il 30 settembre, quando per i due occupanti scadrà il termine di obbligo di dimora notturna stabilito dal tribunale di Vicenza come conseguenza dell’arresto del 6 maggio per detenzione e spaccio di droga. «Condanniamo l’episodio dell’altra sera ai danni dei due marocchini – spiega Alex Cioni, leader di Prima Noi -, ma la vicenda della casa occupata ha fatto il giro d’Italia e poteva succedere che qualche cretino si mettesse in azione, danneggiando in particolare la proprietaria della casa. Comportamenti del genere non possono che nuocere alla nostra causa che portiamo avanti alla luce del sole, con i nostri nomi e le nostre facce».
 
 
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