I 9 migranti di Cesuna condannati
ora sono irreperibili, l’ira di Zaia

Martedì 29 Dicembre 2015 di Vittorino Bernardi
Protesta profughi a Cesuna di Roana
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ROANA – Ieri pomeriggio 21 dicembre hanno abbandonato l’albergo Tina di Cesuna con destinazione ignota i nove cittadini del Gambia che sabato avevano aggredito due carabinieri di Canove e che domenica erano stati condannati dal tribunale di Vicenza a otto mesi di carcere, con pena sospesa e uscita dal programma di protezione e integrazione. Alle 15.30 di ieri i carabinieri hanno notificato ai nove giovani gambesi, in età da 20 a 29 anni, l’uscita dal programma di accoglienza con perdita di vitto, alloggio e diaria giornaliera di 2,50 euro. I nove gambesi Lamin Bayo (20), Farjari Drammeh (23), Lamin Ceesay (25), Lamin Jobe (23), Kalilu Keita (21), Amadou Kora (20), Ousman Marena (20), Jasong Sowaneh (29) e Yaya Touray (25) da richiedenti asilo politico non possono essere rimpatriati e così da ieri sono di fatto clandestini, senza tetto e liberi di muoversi come vogliono, Una situazione che potrebbe inserire i nove gambesi nel mondo della delinquenza e ha fatto infuriare Luca Zaia, presidente della Regione Veneto. “Quando la gestione caotica e improvvisata dell’immigrazione si fonde – il pensiero di Zaia - con le leggi colabrodo di questo Paese il risultato è devastante, come nel caso dei nove gambiani di Cesuna. Non faccio ulteriori commenti, mi limito a evidenziare la scansione dei fatti: 1) venerdì scorso un gruppo di immigrati del Gambia ospiti a Cesuna aggredisce dei carabinieri protestando per gli aspetti logistici dell’accoglienza. 2) I nove vengono arrestati, processati e condannati a 8 mesi di carcere. 3) la condanna è però inferiore a quanto previsto dalla Legge (2 anni) per attivare la detenzione e quindi i nove vengono subito rimessi in libertà. 4) in quanto condannati, gli interessati perdono le caratteristiche per fare parte del programma di assistenza e vengono allontanati da Cesuna. 5) di conseguenza oggi ci sono in giro altri nove fantasmi clandestini, che tra l’altro hanno già dimostrato di avere un’indole non propriamente pacifica, probabilmente pronti per essere arruolati in qualche giro criminale, perché in qualche modo bisogna pur vivere”. Chiude duro il suo pensiero Luca Zaia. “Lascio ai cittadini il giudizio su questa emblematica vicenda, limitandomi a ricordare che più o meno negli stessi giorni la Prefettura di Vicenza ha emesso un bando per l’assistenza agli immigrati 2016 pari alla bellezza di 21 milioni di euro”.
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