Estorsione e minacce a due fratelli,
accusati 4 stranieri e 21enne di Schio
Galeotta la storia d'amanti in osteria

Mercoledì 9 Marzo 2016 di Olivia Bonetti
Il locale "I tre gai" di Cesionaggiore
BELLUNO - Comincerà l’11 gennaio 2017 il processo alla banda di albanesi che finì nella rete della polizia con l’arresto scattato a Busche il 19 maggio 2015. Ai cinque, tutti residenti nel Vicentino, si contesta di avere avuto un ruolo nel piano per l’estorsione da 50mila euro ai danni di due fratelli di Sedico. 

In tribunale a Belluno il gup ha disposto il loro rinvio a giudizio con l’accusa di estorsione aggravata per: Endrit Zeqja, 30 anni albanese; la fidanzata Giulia Fusetto, 21 anni di Schio; Mendrium Vehapi, 24 anni kosovaro; Francesko Lila, 19 anni albanese; Nedjat Miftaroski, macedone di 30 anni. Per gli imputati l’avvocato Gianfranco Tandura e legali del foro di Vicenza. Tutto era partito dalla denuncia di due fratelli di Sedico. Uno di loro si era innamorato follemente della titolare marocchina dei "Tre gai" di Villapaiera e il flirt sarebbe andato avanti fino al dicembre 2014. La "simpatia" tra i due diventa di dominio pubblico. È allora che Gianluigi De Cian, compagno della marocchina (entrambi indagati in un’inchiesta per sfruttamento della prostituzione) avrebbe minacciato l’uomo di fargliela pagare. 

Entra in gioco la banda. Fingono di operare per Gianluigi De Cian (ignaro di tutto) e chiedono ai fratelli 50mila euro, in due tranche da 25mila euro ciascuna. I due sedicensi vengono minacciati di morte nel caso non avessero pagato e si rivolgono alla polizia.

Gli inquirenti organizzano la trappola che scatta a Busche, luogo indicato per la consegna del denaro. Al momento del passaggio della busta con i contanti (solo 1500 euro quello che i fratelli erano riusciti a racimolare) scattano le manette per Endrit Zeqjam. Per la procura è «l’ideatore del piano estorsivo». Ma ognuno aveva il suo ruolo: la Fusetto ha accompagnato in auto il fidanzato; il Miftaroski, avrebbe minacciato i fratelli il 28 maggio; il Vehapi sarebbe l’autore di 2 telefonate di minaccia. Infine il Lila che si era detto pronto a intimidire le due vittime «facendo la voce grossa». 
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