Asilo nido chiede contributo a Miteni per il depuratore: risposta negativa

Mercoledì 29 Marzo 2017
Asilo nido chiede contributo a Miteni per il depuratore: risposta negativa
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BRENDOLA - L'asilo nido di Brendola ha chiesto un contributo alla Miteni di Trissino per poter installare un impianto di depurazione dell'acqua a scuola. Ma ha ricevuto un diniego. Come riferisce Il Giornale di Vicenza
l'azienda ha detto sì solo alla richiesta di consulenza tecnica per l'impianto e il presidente del comitato di gestione, Alberto Vicentin, ha confermato l'idea di installare un impianto centralizzato. Nel frattempo per i 220 bambini acqua in bottiglie sia a mensa sia durante i pasti.

Intanto in Regione si costituisce un tavolo istituzionale di crisi per affrontare, con le organizzazioni sindacali e l'azienda, le problematiche che vedono al centro la Miteni di Trissino in conseguenza dell'inquinamento riscontrato per l'utilizzo nel ciclo produttivo di sostanze perfluoroalchiliche (Pfas). È quanto è stato concordato nel corso di un incontro a Palazzo Ferro Fini a Venezia tra le rappresentanze sindacali e gli assessori regionali al lavoro Elena Donazzan, alla sanità Luca Coletto e all'ambiente Gianpaolo Bottacin. È intervenuto anche il presidente del Consiglio regionale, Roberto Ciambetti, il quale ha ricordato di essere firmatario di una proposta di legge con cui fornire anche un quadro normativo agli interventi che la giunta regionale sta portando avanti in materia di Pfas.

L'assessore Coletto ha assicurato che i lavoratori, in qualità di cittadini dell'area esposta, potranno essere presi in carico nell'ambito dello screening sanitario in corso e per il quale la Regione non ha avuto finora contributi da parte dello Stato, nonostante le richieste.

Ha inoltre ricordato che il monitoraggio attivato riguarda anche le produzioni agricole e zootecniche, a garanzia della salute pubblica. L'assessore Bottacin ha ricordato che la Regione, attivatasi immediatamente, ha messo in sicurezza gli acquedotti con l'installazione di filtri, ma a fronte di un problema di così vaste proporzioni non può intervenire con le sue sole risorse: 100 milioni di euro sono necessari infatti per gli aspetti sanitari, 260 milioni per l'allacciamento ad altri reti idriche, 200 milioni per gli interventi in agricoltura. L'Arpav ha già speso 5 milioni per i campionamenti, più le risorse per l'acquisto di apparecchiature specifiche. Il governo ha annunciato l'assegnazione di 80 milioni, non ancora però disponibili, che serviranno a realizzare il primo tratto del nuovo acquedotto, in grado di rendere superfluo l'uso dei filtri. All'Arpav è stato dato incarico di monitorare anche tutta l'area della Miteni.

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