VALBRENTA. Sarà il Forte della Scala di Primolano, in Valbrenta, la fortezza della Grande Guerra da poco restaurata, ad ospitare il doppio spettacolo «Tecno-Filò» (Technology and me), di Marco Paolini, venerdì 11 e sabato 12, alle 18.30.
Come sono lontani i tempi del filò, tramandato da generazioni, quando nelle stalle la gente si riuniva, per stare assieme al caldo a chiacchierare, discutere, spettegolare, raccontarsi le novità. Un mondo scomparso, travolto dalle nuove tecnologie, da internet, i social, i cellulari tuttofare, che hanno portato al diradarsi dei contatti umani.
«Non sono un esperto di Internet, non sono un utente dei social - riconosce Marco Paolini. - Non conosco la meccanica quantistica, né le neuroscienze e la fisica, né la robotica e le intelligenze artificiali. Ma tutto questo mi riguarda e mi interessa. So che la mia vita sta cambiando grazie o per colpa delle tecnologie che da queste innovazioni derivano e di cui faccio uso anch’io come i miei simili».
Cambiamenti epocali che hanno rivoluzionato il mondo, con i quali, però, tutti siamo costretti a fare i conti. Ed è su questi aspetti che Paolini prova a «riflettere a voce alta, mettendo insieme piccole storie unite da un filo di ragionamenti. Una volta, nelle veglie invernali si chiamavano filò le narrazioni degli anziani che raccontavano qualcosa di unico e prezioso. Senza presunzione di riuscirci ritengo necessario provare a narrare il nostro tempo crisalide».
Marco Paolini, noto per il drammatico «Racconto del Vajont», è autore e interprete di narrazioni di grande impatto sociale e per l’abilità di raccontare i cambiamenti della nostra società.
La Tagliata della Scala di Primolano e la Tagliata delle Fontanelle, ai confini tra le province di Vicenza, Belluno e Trento, fanno parte del complesso fortificato costruito tra il 1892 e il 1895, con funzione di tagliata stradale sulla carreggiata Primolano-Fastro. Entrambe le opere, inutilizzate nel conflitto, furono gravemente danneggiate durante la ritirata sul Grappa.
© RIPRODUZIONE RISERVATA Come sono lontani i tempi del filò, tramandato da generazioni, quando nelle stalle la gente si riuniva, per stare assieme al caldo a chiacchierare, discutere, spettegolare, raccontarsi le novità. Un mondo scomparso, travolto dalle nuove tecnologie, da internet, i social, i cellulari tuttofare, che hanno portato al diradarsi dei contatti umani.
«Non sono un esperto di Internet, non sono un utente dei social - riconosce Marco Paolini. - Non conosco la meccanica quantistica, né le neuroscienze e la fisica, né la robotica e le intelligenze artificiali. Ma tutto questo mi riguarda e mi interessa. So che la mia vita sta cambiando grazie o per colpa delle tecnologie che da queste innovazioni derivano e di cui faccio uso anch’io come i miei simili».
Cambiamenti epocali che hanno rivoluzionato il mondo, con i quali, però, tutti siamo costretti a fare i conti. Ed è su questi aspetti che Paolini prova a «riflettere a voce alta, mettendo insieme piccole storie unite da un filo di ragionamenti. Una volta, nelle veglie invernali si chiamavano filò le narrazioni degli anziani che raccontavano qualcosa di unico e prezioso. Senza presunzione di riuscirci ritengo necessario provare a narrare il nostro tempo crisalide».
Marco Paolini, noto per il drammatico «Racconto del Vajont», è autore e interprete di narrazioni di grande impatto sociale e per l’abilità di raccontare i cambiamenti della nostra società.
La Tagliata della Scala di Primolano e la Tagliata delle Fontanelle, ai confini tra le province di Vicenza, Belluno e Trento, fanno parte del complesso fortificato costruito tra il 1892 e il 1895, con funzione di tagliata stradale sulla carreggiata Primolano-Fastro. Entrambe le opere, inutilizzate nel conflitto, furono gravemente danneggiate durante la ritirata sul Grappa.