Il Tecno-Filò di Marco Paolini al Forte di Primolano

Martedì 8 Agosto 2017 di Roberto Lazzarato
Valbrenta. Forte Primolano. Paolini
VALBRENTA. Sarà il Forte della Scala di Primolano, in Valbrenta, la fortezza della Grande Guerra da poco restaurata, ad ospitare il doppio spettacolo «Tecno-Filò» (Technology and me), di Marco Paolini, venerdì 11 e sabato 12, alle 18.30.

Come sono lontani i tempi del filò, tramandato da generazioni, quando nelle stalle la gente si riuniva, per stare assieme al caldo a chiacchierare, discutere, spettegolare, raccontarsi le novità. Un mondo scomparso, travolto dalle nuove tecnologie, da internet, i social, i cellulari tuttofare, che hanno portato al diradarsi dei contatti umani.
«Non sono un esperto di Internet, non sono un utente dei social - riconosce Marco Paolini. - Non conosco la meccanica quantistica, né le neuroscienze e la fisica, né la robotica e le intelligenze artificiali. Ma tutto questo mi riguarda e mi interessa. So che la mia vita sta cambiando grazie o per colpa delle tecnologie che da queste innovazioni derivano e di cui faccio uso anch’io come i miei simili».

Cambiamenti epocali che hanno rivoluzionato il mondo, con i quali, però, tutti siamo costretti a fare i conti. Ed è su questi aspetti che Paolini prova a «riflettere a voce alta, mettendo insieme piccole storie unite da un filo di ragionamenti. Una volta, nelle veglie invernali si chiamavano filò le narrazioni degli anziani che raccontavano qualcosa di unico e prezioso. Senza presunzione di riuscirci ritengo necessario provare a narrare il nostro tempo crisalide».

Marco Paolini, noto per il drammatico «Racconto del Vajont», è autore e interprete di narrazioni di grande impatto sociale e per l’abilità di raccontare i cambiamenti della nostra società.

La Tagliata della Scala di Primolano e la Tagliata delle Fontanelle, ai confini tra le province di Vicenza, Belluno e Trento, fanno parte del complesso fortificato costruito tra il 1892 e il 1895, con funzione di tagliata stradale sulla carreggiata Primolano-Fastro. Entrambe le opere, inutilizzate nel conflitto, furono gravemente danneggiate durante la ritirata sul Grappa.
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