Addio al polo scolastico della Valbrenta, mancano soldi e numeri

Mercoledì 22 Marzo 2017 di Roberto Lazzarato
Valbrenta. Polo scolastico, Ferazzoli
VALBRENTA. Mentre è in corso lo studio di fattibilità per la possibile nascita di un unico comune della Valbrenta, pare tramontare il progetto di un polo scolastico nel quale accentrare le scuole di tutto il territorio valligiano. Tesi avvalorata dalle considerazioni del presidente dell’Unione Montana Luca Ferazzoli, dopo che “sono stati fatti vari incontri con i genitori - spiega Ferazzoli - e stiamo discutendo del problema. Ovviamente il primo elemento da valutare è quello relativo alla sicurezza degli edifici e quindi, una volta verificatane la rispondenza o meno alle norme di legge, faremo le valutazioni del caso”.

In questi anni si è molto discusso circa l'opportunità dell’accorpamento in un polo scolastico unico per tutta la Valbrenta, “ma sono emersi alcuni elementi critici - prosegue il presidente, - quali la crisi economica che sconsiglia di fare investimenti molto consistenti in favore dell'utilizzo degli edifici esistenti e a norma, il calo delle nascite, la difficoltà ed il costo dei relativi trasporti. In virtù di tali criticità sta affiorando l'idea di avere in prospettiva due plessi per le medie (Valstagna per la parte nord e Solagna/Pove per la parte sud), mentre per le elementari le valutazioni dipenderanno dall'esito dei controlli sugli immobili. I numeri, però, inducono a ritenere che anche qui potranno esservi due centri. Uno a nord per Cismon, Valstagna e Carpanè ed uno a sud per Solagna, San Nazario e Campolongo. Si tratta, ovviamente, di ragionamenti che si stanno facendo e che dovranno anche tenere conto dei continui tagli sul fronte scolastico”.

Un altro problema molto sentito è quello della scuola materna. “Appare evidente che l’unica scuola materna statale di Carpanè non sia sufficiente a soddisfare le esigenze delle famiglie che sono state supportate dal fondamentale ruolo delle scuole paritarie, fortemente sostenute dalle amministrazioni locali - conclude Ferazzoli. - In questo caso le problematiche sono legate al tempo di permanenza delle religiose nelle nostre comunità. Senza questa risorsa, sarà difficile garantire l'erogazione dei servizi attuali. Ma anche rispetto a tali situazioni, costante e costruttivo è il rapporto con le istituzioni religiose al fine di garantirne l'esistenza”.
 
Ultimo aggiornamento: 10:21 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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