«Qui niente muri» e la valle apre progetto lavorativo per richiedenti asilo

Giovedì 2 Febbraio 2017 di Roberto Lazzarato
Valbrenta, terrazzamenti, convenzione profughi

VALBRENTA - C’è chi innalza muri e chi invece apre le porte ai profughi richiedenti asilo. E’ il caso della Valbrenta, un tempo terra di emigranti, che ha spalancato le porte ad un gruppo di richiedenti asilo per favorirne l’inserimento sociale e lavorativo. E’ stata, infatti, sottoscritta una convenzione tra l’Unione Montana Valbrenta, la ‘Cooperativa Sociale Con Te’, del presidente Silvio Bazzara e il comitato ‘Adotta un terrazzamento in Canale di Brenta’, del presidente Danilo Cecchini, per un’attività di utilità sociale con obiettivo l’inserimento di stranieri richiedenti asilo presenti nel nostro territorio, con finalità l’apprendimento della lingua italiana, la conoscenza e l’integrazione nel territorio, l’avviamento all’autonomia economica e l’acquisizione di nuove competenze.

Dopo l’esperimento positivo messo in atto lo scorso autunno a Valstagna, il progetto si estende ora a tutto il territorio della Valbrenta e sono già al lavoro tre nuovi giovani stranieri provenienti dal Mali, che saranno seguiti nell’attività lavorativa agricola sui terrazzamenti della Valbrenta da un tutor del comitato ‘Adotta un terrazzamento’. La ‘Coop Sociale Con Te’, presso la quale sono alloggiati i richiedenti asilo, provvederà al trasporto in treno da Bassano alla Valbrenta e alla copertura assicurativa, mentre il comitato ‘Adotta un terrazzamento’, promotore del progetto, si occuperà della formazione, tirocinio e spostamenti nel Canale di Brenta, in collaborazione con l’associazione ‘Valbrenta Solidale’. L’Unione Montana provvederà alle autorizzazioni per le attività lavorative sui terrazzamenti e a mettere a disposizione materiale e strumenti di lavoro in base alla disponibilità.

Una sperimentazione che sta dando risultati positivi e che contribuisce, oltre a favorire l’integrazione sociale dei richiedenti asilo attraverso la conoscenza del territorio in cui sono chiamati ad operare, anche alla salvaguardia dei terrazzamenti contro il dissesto idrogeologico dovuto all’abbandono.
 

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