L'abate e il sindaco in cattedra
spiegano misericordia e politica

Mercoledì 10 Febbraio 2016
L'abate e il sindaco in cattedra spiegano misericordia e politica
BASSANO - Giunge al secondo appuntamento l'attività del Gisp,  Gruppo per l’impegno sociale e politico di Bassano del Grappa, incentrata sui seminari formativi. Il Gisp, una delle rarissime esperienze di gruppo impegnato su temi sociopolitici nell'ambito delle diocesi venete, legato all'Oratorio Frassati della parrocchia di Santa Croce, stavolta propone un ncontro con due relatori che rappresentano l'espressione cittadina più alta: ovvero l'abate e il sindaco. L'incontro, tutto legato ai temi giubilari, si inserisce nell'itinerario scelto per l'attività 2016, cioè "Alla ricerca di una nuova speranza".

Saranno monsignor Renato Tomasi e il primo cittadino Riccardo Poletto a svolgere le relazioni sul tema  “Valenza politica della misericordia nell’anno del Giubileo”, che si svolge sabato 13 febbraio dalle 9 alle 13, come al solito all'Oratorio P.G. Frassati della Parrocchia di S. Croce di Bassano. Le modalità dell'incontro cono quelle consuete, ovvero le relazioni, poi il lavoro dei partecipanti in gruppi tematici, infine il dibattito e la discussione con le domande conclusive ai relatori. La partecipazione è gratuita e chi intenda aderire deve iscriversi scrivendo all’indirizzo itinerario@gispbassano.org

Il primo seminario dedicato a ”L’esodo delle popolazioni: dinamiche di rifiuto, accoglienza e capacità dei sistemi ad affrontare il fenomeno” , con relatori padre Gianromano Gnesotto, scalabriniano, e il professor Marco Ferrero, esperto giuridico delle problematiche commesse alle condizioni dei migranti, ha affrontato l’evoluzione del fenomeno migratorio in Italia e le garanzie assicurate dai grandi trattati internazionali e dal nostro ordinamento, sulla base dei principi costituzionali, a tutela della persona del migrante.

La discussione ha evidenziato che solo se si saprà superare i modelli di “coesistenza multiculturale”, affermatosi nei contesti anglosassoni e quello “assimilazionista” francese, il nostro Paese potrà costruire una società fondata sulle “identità aperte”, che favoriscono una civile convivenza sostenuta dall’ “interazione” tra i popoli e le persone: andando oltre la semplice “integrazione”, che non coglie in pieno l’esigenza di un vero incontro delle persone di diversa appartenenza etnica, culturale e religiosa. Se la prospettiva è quella di affermare una “cittadinanza universale”, i relatori hanno sottolineato l'asimmetria seguita dal nostro ordinamento, che ha privilegiato ora un orientamento “assimilazionista” con la Bossi-Fini, ora un approccio interculturale nell’ambito scolastico. 

Una situazione frammentaria mentre la politica, hanno teorizzato i due ospiti, deve indirizzarsi su criteri coerenti, sostenuta dal responsabile contributo di ciascun cittadino, anche attraverso atteggiamenti personali e stili di vita orientati all’accoglienza delle persone che bisogna imparare a riconoscere attraverso l’incontro, spesso condizionato dai pregiudizi e dagli stereotipi elaborati dai nostri modelli culturali.
 
Ultimo aggiornamento: 22:18 © RIPRODUZIONE RISERVATA