Sammy sul palco come Bill Gates
racconta i successi della ricerca
«Io rivoluzionario? Un pochino sì»

Venerdì 29 Gennaio 2016 di Maria Elena Mancuso
Sammy Basso sul palco della conferenza di Ted tenutasi a Lecce
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TEZZE SUL BRENTA – «Ancora oggi vedendolo mi tremano le gambe». Questo il post di Sammy Basso su Facebook, per condividere il video e la traduzione in inglese del suo intervento alla conferenza TedxLecce. Una manifestazione davvero importante Ted, partita più di trent'anni fa dall’America ed esportata in giro per il mondo, con l’obiettivo di diffondere conoscenze e idee di valore. Dal 1984 vi hanno partecipato scienziati, politici, ma anche artisti, architetti e musicisti. Personaggi del calibro di Bill Gates, Al Gore e Isabel Allende, vi sono stati invitati a raccontare le proprie idee, in un tempo stabilito di poche decine di minuti, seguendo di volta in volta un tema differente.

Sammy sul palco del TedxLecce


Sul palco, tra gli applausi, Sammy, colpito da una malattia rarissima come altre cento persone nel mondo, ha raccontato la sua avventura, la sua vita piena di soddisfazioni con la sua bellissima famiglia («Siamo davvero una squadra»), i successi della ricerca innescata dall'associazione Aiprosab che presiede, fondata dai genitori Amerigo e Laura. «Ora cerchiamo anche di smuovere le case farmaceutiche, non è facile ma ci proviamo» ha detto. Nel video, di cui il Gazzettino propone ampi stralci, ecco anche il Sammy autoironico e spiritoso: «Al carnevale di Boston mi hanno fermato e mi hanno fatto i complimenti per la maschera... Ma io non ero mascherato».

L’argomento dell’edizione di Lecce era “essere rivoluzionari” e di questo ha parlato Sammy nel suo discorso. Intimidito, certo, dall’importanza di quel pulpito e dagli applausi della platea sconfinata che lo ha accolto, ma comunque incisivo e brillante come sempre. A dargli forza, ha rivelato, dopo aver spiegato cos’è la Progeria e quali sono i passi avanti fatti dalla ricerca scientifica grazie anche all’associazione fondata dai suoi genitori dieci anni fa, i tre ingredienti della sua “Ricetta che non c’è per essere rivoluzionari”.

Le immagini del discorso "rivoluzionario"

Accettare se stessi, innanzitutto, e credere nelle proprie capacità. Sempre e comunque, al di là di quello che pensa la gente, dei pregiudizi e delle difficoltà. Comprendere che l’unione fa la forza, perché è solo grazie al lavoro di squadra che si raggiungono gli obiettivi e si realizzano i sogni. E, infine, accettare le difficoltà, per quanto enormi possano sembrare.
Perché a volte un muro non è davvero un ostacolo, ma solo qualcosa sui cui arrampicarsi per vedere oltre.

Ultimo aggiornamento: 22:09 © RIPRODUZIONE RISERVATA