Claudia, professione naso, creatrice
di profumi: su misura come i vestiti
Suoi i loghi olfattivi di Diesel e Jesolo

Martedì 26 Luglio 2016 di Maria Elena Mancuso
Claudia Scattolini, professione ''naso''.
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BASSANO - Prima italiana ammessa alla prestigiosa scuola francese di profumeria fondata da Guerlain a Versailles, quarantatré anni, originaria di Peschiera del Garda, ma bassanese d’adozione, Claudia Scattolini è quello che in gergo viene definito un “naso”. Un maestro profumiere, insomma, anche se lei preferisce definirsi “fragrance designer”, designer di profumi. Un’attività curiosa e affascinate che nasce dalla passione per la cosmesi e che ha portato Claudia a lavorare per brand di moda, grandi alberghi ed eventi internazionali. «Il mio lavoro è quello di creare profumi su misura, sartoriali. Proprio come si fa con gli abiti. Lo faccio per le persone, ma anche per i luoghi, per i marchi e per chiunque voglia una precisa identità olfattiva. Un vero e proprio logo, come quelli grafici, che serva ad identificare una griffe, una catena di negozi o addirittura una città. Un esempio? Qualche tempo fa ho creato il logo olfattivo della città di Jesolo. Un mix di mojito e fior di sale, per un profumo d’ambiente che rievoca la combinazione di mare e movida della città».

Un lavoro distante anni luce, sembrerebbe, da quello di farmacista per cui Claudia ha studiato durante gli anni dell’università. «A dire il vero le due cose non sono poi così lontane. Vengo da una famiglia di speziali e studiare farmacia sembrava una tappa quasi obbligata. Ma quel lavoro davvero non mi affascinava. Avevo invece una grande passione per la cosmesi e la profumeria ne è una parte importante. Decisi così di intraprendere questo percorso, facendo domanda alla scuola più prestigiosa, quella di Guerlain, appunto. Non parlavo neanche francese, ma quell’anno istituivano il primo corso in lingua inglese e decisi di provare. Uno dei requisiti per essere ammessi, era un titolo di studio in ambito scientifico. Chimica, biologia o, appunto, farmacia. E questo perché le conoscenze tecnico-scientifiche sono alla base della profumeria. Non bastano quindi le doti personali per essere un buon “naso”. Bisogna studiare tanto, aggiornarsi continuamente e poi sì, avere anche buon fiuto e buon gusto».

La designer olfattiva e l'atelier dove il naso detta legge​

 

«Terminati gli studi sono tornata in Italia. Prima a Peschiera e poi, per amore, a Bassano. Qui ho aperto la mia attività che inizialmente era molto più concentrata sull’arredamento olfattivo. Ho inventato una macchina che permettesse di diffondere profumi d’ambiente in spazi molto ampi. Ho cominciato così a lavorare con gli architetti per creare i loghi olfattivi di luoghi, eventi e negozi. Una delle mie macchine, ad esempio, è nascosta dietro al bancone d’ingresso della sede della Diesel. Diffonde nell’aria un profumo verde che esalta e amplifica quello della vegetazione che ricopre l’immensa parete verticale, posta al centro dell’edificio. E col tempo ho iniziato sempre più a dedicarmi ai profumi personali. Creandone ad hoc per le persone che vengono in atelier da me. Ma anche per marchi o per eventi particolari come i matrimoni. Magari ideando una fragranza per gli sposi, da regalare poi agli invitati come bomboniera. E con Agrums, uno dei profumi della mia linea personale, è arrivata anche la grande soddisfazione di essere inserita, dal profumiere francese Nicolas De Barry, nella classifica dei 101 profumi da scoprire e provare, almeno una volta nella vita».

«L’olfatto è il più evocativo dei cinque sensi - aggiunge Claudia -. L’unico in grado di risvegliare immediatamente ricordi e sensazioni. Credo quindi che il profumo che indossiamo diventi fondamentale. Il nostro modo di farci sentire dal mondo. Proprio per questo bisogna sceglierlo con cura.
O magari farselo cucire addosso perché ci calzi a pennello come il più prezioso degli abiti».

Ultimo aggiornamento: 27 Luglio, 10:57 © RIPRODUZIONE RISERVATA